FAREMO DEL COSTONE DI PORTA MOLINA IL MURO DEL PIANTO DEGLI AMBIENTALISTI

di Luigi Liberatore – L’inverno scorso, a seguito di una neppure intensa nevicata, finirono sulla strada che porta alla stazione diversi rami, e anche piante di una certa consistenza,
sradicati sotto l’imperversare della bufera. Non ci furono morti o feriti soltanto per fortunate coincidenze, ma la zona restò senza energia elettrica per molto tempo e lo stesso traffico automobilistico ebbe molte difficoltà. Furono bestemmie, altro che imprecazioni tipo “ governo ladro”. Mancava solo che il sindaco venisse crocefisso senza attenuanti. Ce la prendemmo,
insomma, tutti con il Comune che non avrebbe abbattuto gli alberi pericolanti i cui rami penzolavano sulla sede stradale. Non avrebbe, cioè, fatto allora quello che qualche giorno fa invece ha disposto che si facesse per il costone di Porta Molina. Ci ha messo mani il vice sindaco, Franco Casciani, il quale ha dato ordine che il costone venisse bonificato mediante
l’abbattimento di quelle piante che potessero essere pregiudizievoli della pubblica incolumità. In pratica, che potessero crollare e ammazzare qualcuno. Per farlo ha avuto bisogno, suppongo, di una ricognizione visiva, e siccome è uno del mestiere, oltre a fare il politico, ha dato disposizioni in merito, ritenendo l’operazione di abbattimento una iniziativa inderogabile. Apriti cielo. Gli ambientalisti di ogni estrazione, che vanno da quelli del gas a quelli esperti di ogni organismo vegetale, hanno sparacchiato alla loro maniera, accusando il vice
sindaco di non aver avuto il parere preventivo di agronomi e botanici per eseguire l’intervento, e ancora, di aver dato disposizioni in assenza di un piano ad hoc. Per poi farci la lezioncina sul valore delle piante, sull’assorbimento della co2, sul loro valore estetico, architettonico, sulla funzione idrogeologica. Ma io penso che il grave peccato commesso dal vice sindaco
di Sulmona sia stato quello di non averli preventivamente sentiti. Se lo avesse fatto, staremmo ancora al chiaro di luna. Restiamo, tuttavia, al fatto compiuto. Il costone di Porta Molina non rappresenta più un pericolo per uomini e cose, sicchè in tutta sicurezza lo potremmo destinare adesso a muro del pianto per i nostri ambientalisti. Al vice sindaco, Franco Casciani, ci permettiamo di dirgli un paio di: di mettere nuove piante, e di sentire, semmai, prima il tribunale ecclesiastico, ma non gli ambientalisti.

3 thoughts on “FAREMO DEL COSTONE DI PORTA MOLINA IL MURO DEL PIANTO DEGLI AMBIENTALISTI

  • … le nuove piante le doveva mettere contestualmente al taglio di quelle esistenti, visto che è uno di mestiere come si afferma nell’articolo…
    “ uno di mestiere”, e mi permetto di aggiungere di “ buon senso e di buona amministrazione”, avrebbe sentito Si un botanico sulle specie da ripiantumare e poi il lavoro l’avrebbe cominciato e finito, come si suol dire “ ad opera d’arte”… tagliando quelle pericolanti, predisponendo le nuove buche pacciamandole e rimettendo subito a dimora le piante sostitutive…
    Non è che ci vuole un genio a capirlo… ci voleva solo “ uno del mestiere”.
    E a Sulmona ancora non si vede questa figura… e poi a proposito di eliminazione dei “ pericoli per l’incolumità pubblica” , sulla Villa comunale come su altre aree, quant’è che si interviene?
    Lì si che basterebbe uno sfoltimento mirato, e il taglio dei rami e piante secche… ma per fare questo, forse, è meglio consultarsi con “ uno del mestiere”.

  • C’è poca morale da fare al prossimo.
    A ognuno il suo mestiere e l’avere deleghe non equivale ad averne le competenze, ma l’assumersene le responsabilità SI, tanto nell’eliminare i rischi e tanto nel non crearli!

    • C’è chi può e chi non può…

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