QUANDO LA BUROCRAZIA UCCIDE LE TRADIZIONI, IL COMUNE NEGA LA LICENZA ALLO STORICO AMBULANTE DI CASTAGNE

Da 25 anni, all’inizio del mese di ottobre, monta il suo banco sotto gli archi dell’acquedotto medievale e accende la vecchia caldaia custodita gelosamente in cantina. Sopra la brace sistema la caratteristica padella con i buchi e inizia ad arrostire le castagne. Una fotografia che è ormai parte integrante del centro storico di Sulmona e dell’intera Città e che ora il Comune vuole cancellare. In virtù di una legge regionale che regola la vendita ambulante di prodotti alimentari, dal quarto settore hanno detto no alla richiesta di Giuseppe D’Angelo, negandogli di fatto, la possibilità di vendere le castagne così come fa da un quarto di secolo, dopo aver ereditato la postazione da altri caldarrostai che l’avevano portata avanti, prima di lui, per decine e decine di anni. Dal Comune gli è stato contestato che il suo banco non può essere fisso, che può restare in un determinato posto solo per il massimo di un’ora e che poi deve spostarsi da un’altra parte altrimenti rischia di essere multato. Insomma per essere in linea con la normativa, Giuseppe dovrebbe montare il banco con le castagne e la caldaia per arrostirle su quattro ruote o su un carretto in modo da potersi spostare ogni volta che il tempo lo richiede.

Il banco delle caldarroste

Ho tutto in regola”, sbotta il caldarrostaio, “licenza, iscrizione alla camera di commercio, assunzione e Durc, ma per il Comune tutto questo non è sufficiente”. La storia di Giuseppe è finita anche sui social e tante sono state le manifestazioni di solidarietà dimostrate nei suoi confronti. “Siamo arrivati proprio al paradosso con la burocrazia che arriva ad uccidere anche le tradizioni che sono parte integrante della cultura di una città”, afferma l’imprenditore Pasquale Di Toro. “le caldarroste sotto gli archi dell’acquedotto medievale fanno parte di una tradizione secolare che qualcuno ora vuole cancellare in nome di regole che si contraddicono l’una con l’altra”. E sotto la spinta solidale della città, convinto di essere dalla parte della ragione, da ieri Giuseppe ha montato il suo banco con le castagne nello stesso punto sotto l’acquedotto medievale, che occupa da 25 anni. “Anche il sindaco mi ha manifestato la sua solidarietà”, conclude Giuseppe “pagherò regolarmente l’occupazione del suolo pubblico come ho sempre fatto, ma resterò qui perché qui devo restare, nel nome di una tradizione che non può morire”.

5 thoughts on “QUANDO LA BUROCRAZIA UCCIDE LE TRADIZIONI, IL COMUNE NEGA LA LICENZA ALLO STORICO AMBULANTE DI CASTAGNE

  • Avrei bisogno di capire. Perché il banco delle castagne deve spostarsi ogni ora mentre tutti i banchi di generi alimentari che vendono i loro prodotti nei giorni di mercato no? Qual è la differenza tra chi vende caldarroste e formaggio, prosciutto, olive, caramelle, porchetta ecc ecc?

  • LEGGI E BUROCRAZIE,CHE SERVONO SOLO AD IRROBUSTIRE POLITICI ED ALTI BUROCRATI.

  • Se è vera questa cosa fanno ridere! È una tradizione che deve continuare! Ricordo da sempre quel banchetto e l’odore prenatalizio che ne viene fuori…..continuo a sperare che sia una bufala….

  • Questa sera passo a comprare le castagne

  • Per molto altro ancora una simile “benefica ostinazione “!!!!!!!!!!!!!!!!!

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