TRANSIZIONE ECOLOGICA, UN PILASTRO PER LA TUTELA DELL’AMBIENTE E PER CREARE NUOVA OCCUPAZIONE

di Alfonso FabriziL’invasione di un paese sovrano, l’Ucraina, da parte della Russia di Putin ha scatenato una guerra devastante per quel Paese con pesantissime conseguenze economiche e sociali per l’Europa e l’Italia. ci ha fatto riscoprire la precarietà di uno sviluppo economico fondato sugli idrocarburi e le fonti fossili. Con le sue conseguenze nefaste ci ha fatto riscoprire anche la nostra dipendenza energetica che a causa delle guerra ma anche dalla forte speculazione in atto sta facendo schizzare le nostre bollette luce e gas e della spesa a livelli insostenibili.Dopo diversi decenni si è ripresentata un’estate torrida che ci ha ricordato il buco dell’ozono, la notevole quantità di gas serra emessa in atmosfera principale quale responsabile dell’innalzamento della temperatura del pianeta e degli sconvolgimenti climatici a cui stiamo assistendo. Oltre all’insostenibilità per molte famiglie degli aumenti delle bollette della spesa si stanno evidenziando anche stati di ansia e di insicurezza per il futuro.  Di contro si avverte una generale forte presa di coscienza sulla necessita di intervenire per il superamento della dipendenza energetica con lo sviluppo e la diffusione delle fonti di energia rinnovabili e più in generale della necessità di procedere con la transizione ecologica.  Di questo vogliamo parlare, dell’urgenza di avviare concretamente provvedimenti ed azioni efficaci. Si impone una rivoluzione culturale e nel fare politica.   I meno giovani ricordano la crisi energetica del Novembre 1973 (aumento del Petrolio da parte della Lega Araba) che anche allora comportò l’abbassamento della temperatura nelle nostre abitazioni, il blocco totale della circolazione delle auto la domenica, l’aumento del costo della bolletta energetica e della spesa. Oggi il razionamento, e del blocco, delle forniture del Gas si ripresenta lo stesso scenario come se non fossero trascorsi 50 anni. 

Doveva arrivare un’estate eccezionalmente calda che ha accelerato la sequenza di eventi atmosferici estremi e devastanti per farci riscoprire la necessità di cominciare ad agire seriamente per la tutela ambientale per la salvaguardia del “creato” per dirla con Papa Francesco? La Transizione Ecologica, il superamento della Dipendenza Energetica e delle disuguaglianze sociali sono i pilastri per lo sviluppo economico e nuova occupazione per le nuove generazioni. Sono tra quelli che pensano che si possono superare le fasi più acute delle crisi sotto gli occhi di tutti, ma è assolutamente necessario prendere coscienza che non abbiamo molto tempo per intervenire, non possiamo più permetterci di voltarci dall’altra parte di “fare spallucce” di fronte a questioni epocali come queste.E’ ancora fresca la memoria della sequenza impressionante come non mai di eventi atmosferici estremi. L’alluvione della Marche, con i suoi morti e dispersi, è ancora cronaca quotidiana. Le notizie degli eventi atmosferici eccezionali e disastrosi sono una presenza quotidiana in televisione e nei media. Ma forse è bene ricordare qualche numero per fornire un’idea più completa.  

   

Dal 2010 a Luglio 2022 in Italia si sono verificati oltre 1300 eventi estremi con conseguenze disastrose sul territorio e sui cittadini, oltre 500 allagamenti generate da piogge e temporali violenti e circoscritte in poche aree che per via della precedente siccità ha causato frane e smottamenti devastanti, oltre 350 trombe d’aria, esondazioni fluviali, frane, smottamenti. Temperature eccezionalmente alte e per lunghi periodi hanno causato incendi eccezionali e siccità che hanno messo in crisi i nostri corsi fluviali e l’agricoltura e la sua filiera. Lo scioglimento dei ghiacciai sono ormai un fenomeno che si ripete da anni ma che sta accelerando velocemente facendo presagire anche l’innalzamento del livello dei mari che nei prossimi anni potrebbe creare seri danni alle nostre città costiere. Cos’altro deve succedere per generare in tutta la popolazione, dico tutta la popolazione mondiale e italiana per convincerci ad agire più responsabilmente, ognuno secondo le proprie possibilità e capacità? Non possiamo più lasciare alle élite politiche ed economiche, alle istituzioni più sensibili il compito di dettare le soluzioni e poi non fare abbastanza per intervenire concretamente, non possiamo più lasciare ai tecnici e a divulgatori scientifici il compito di lanciare allarmi e proposte di interventi urgenti. Non partiamo dall’anno zero, dal 1973 ad oggi sono stati compiuti passi importati, messi in piedi direttive e provvedimento importanti dai Potenti della Terra, ma gli sforzi che sono tati fatti non hanno prodotto risultati all’altezza delle necessità. Le Nazioni Unite hanno cominciato ad occuparsi del Cambiamento Climatico già dal 1992, ma quale sono stati i risultati? Sarebbe ingeneroso negare “direttive” agli Stati anche importanti, ma a giudicare dagli eventi catastrofici che si verificano quotidianamente in tutto il mondo sono poche e comunque insufficienti. Nei consessi classificati come COP (Conference of the Parties) si sono presi impegni anche importanti ma non essendo vincolanti i risultati sono stati deludenti. 

1976 Italia Legge 373/76 l’Italia, primo tra i Paesi europei a promulgare una Legge con incentivi sul risparmio energetico; 1997 Kyoto (Giappone): Il Protocollo di Kyoto è il primo e tra i più importanti prevedeva un impegno concreto e vincolante da parte dei paesi sviluppati per la riduzione delle i gas serra del 5% rispetto al 1990. Si sarebbe dovuto realizzare entro il 2012. Ha rappresentato una spinta alla consapevolezza ma i risultati non sono stati raggiunti. Seguono altre conferenze con scarsi o inapplicati impegni: 2007 Bali Road Map, 2008 Polonia, 2009 Copenaghen, 2011 Durban Sudafrica, 2015 Parigi: In questa conferenza si cominciano a delineare impegni concreti: mantenere l’aumento della temperatura del Pianeta al di sotto dei 2 gradi con l’obiettivo dell’asticella a 1,5 gradi. L’impegno è quello di operare per riduzioni drastiche delle missioni di gas serra per arrivare al 2050 ad emissioni quasi zero. Il resto dovrà essere assorbito dalle foreste, oceani e tecnologie che possano assorbire il carbonio residuo. È stata una vera svolta si tratterà di verificarne i risultati e per questo c’è stata un’alta conferenza con altri impegni, 2021 Glasgow Inghilterra.

Dal 6 al 18 Novembre di quest’anno, sulla spinta dell’accelerazione del cambiamento climatico è stata convocata  a Sharm El Sheikh, in Egitto una nuova conferenza. Già averla convocata a breve distanza da quella di Glasgow è un segnale sui limiti della precedente e sulla consapevolezza che questa volta bisognerebbe intervenire con impegni vincolanti per gli Stati partecipanti.       Ne seguiremo attentamente i lavori e gli sviluppi.  

Sul cambiamento climatico e sulle sue pesanti conseguenze non ho ascoltato in questi anni una discussione che ha investito i popoli, le istituzioni regionali e locali gli operatori economici che operano sul territorio. Nel mentre si sono fatti sentire gli scienziati, gli ambientalisti, Papa Francesco, i giovani guidati dall’attivista svedese Greta Thumberg, che a 15 anni dal 2015 ha mobilitato milioni di giovani in tutto il mondo per sollecitare i Potenti del mondo a fare qualcosa, subito, contro il cambiamento climatico che sta distruggendo il nostro pianeta.   Nel frattempo l’Europa ha dimostrato di esserci. il Recovery Fund è un impegno concreto, lo strumento attuativo il PNRR ne è lo strumento operativo. Con il Recovery Fund avremo la possibilità di utilizzare fino a 191,5 miliardi di euro di risorse europee, tuttavia lo sblocco è legato all’avanzamento delle riforme e all’approvazione della Legge di Bilancio. 

Gli Enti locali a cominciare dai Comuni non possono attendere passivamente i Bandi della Regione che spesso non contengono indicazioni precise e controllo sui risultati. E’ dovere dei Sindaci ricercare i diversi finanziamenti per la creazioni di opportunità di lavoro e di sviluppo per i propri concittadini. In questo caso gli obiettivi però sono ben più importanti e universali. E’ indispensabile dotarsi in tempo degli strumenti per rispondere ai Bandi. Innanzi tutto gli strumenti urbanistici e gli obiettivi territoriali che si intende raggiungere come il Piano energetico Comunale e Piani di Rigenerazione urbana, poi non meno importante dotarsi delle competenze tecniche ed amministrative “specifiche” per rispondere ai Bandi e ottenere l’assegnazione dei fondi. Ci non lo fa avrà meno o nulle opportunità per vedersi accreditare i fondi richiesti. Gli Amministratori locali dovranno prendere piena coscienza della posta in gioco, stimolare ed operare con i propri cittadini al raggiungimento degli obiettivi necessari ed urgenti per la transizione ecologica, per la salvezza del nostro pianeta, per lasciare alle future generazioni un ambiente più sano e vivibile. Ci sono azioni e mezzi disponibili per i Cittadini per promuovere e partecipare attivamente alla riduzione della dipendenza energetica e alla transizione ecologica. Le Comunità Energetiche Sociali sono uno strumento da promuove e attivare subito. Il mio impegno per la tutela dell’Ambiente e lo sviluppo delle Energie Rinnovabili risale ai primi anni ’80. Continuerò a farlo.