È FACILE PERDERE LA BUSSOLA SENZA QUELLA FASCIA TRICOLORE

di Luigi Liberatore – Prima, e soprattutto dopo la cerimonia, abbiamo assistito a una polemica, grazie a Dio molto contenuta, sollevata da alcuni sindaci del territorio perché sarebbe stato loro impedito di indossare la fascia tricolore in occasione della Perdonanza celestiniana. Abbiamo cercato di individuare il perché di questo supposto reato di lesa maestà nei confronti dei sindaci, ma senza perderci tanto tempo; ci sembrava, come ci sembra, una polemica basata solo sulle apparenze e senza un briciolo di sostanza. Ci hanno riferito che era faccenda squisitamente protocollare, con regole dettate dalla Santa Sede per una visita del Papa, da considerare sia nella veste religiosa che in qualità di capo di uno Stato estero. Ci è bastato.

Papa Francesco saluta la folla

La regola principale era che non ci fossero gonfaloni né altri segni nella funzione religiosa; quindi niente fasce tricolori. Siccome a noi piace andare oltre le apparenze, ci siamo dati una spiegazione per l’insofferenza mostrata da quei sindaci. Immediatamente abbiamo capito che dovesse trattarsi di un fenomeno di “primogenitura”, cioè di ribellione rispetto al fatto che  al presidente della regione e al sindaco dell’Aquila sia stato consentito di indossare la fascia, privilegio, invece, a loro negato. Bhe, capire il perché non sfugge a nessun cristiano dotato di buon senso. Poi, ma questa è una opinione personale, credo che da qualche decennio a questa parte i sindaci stiano diventando un po’ egocentrici, quasi esseri speciali, con un notevole grado di superbia per il solo fatto di essere eletti direttamente; sovrani, insomma, in nome del popolo. E, secondo noi, è in questo “guasto” psicologico di presunta intangibilità che va inquadrata la seppur flebile protesta per la fascia tricolore. Non sappiamo se al santo Padre sia arrivata l’eco di questa protesta, ma considerando l’indole di papa Francesco supponiamo che possa aver soltanto scosso allegramente la testa. Intanto, con molta umiltà, diciamo a quei sindaci riottosi che come nella chiesa vige la regola secondo la quale “habitus non facit monachum”, così nella società civile non è la fascia tricolore che fa riconoscere un sindaco. Guai ad attaccarsi ai simboli.


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3 thoughts on “È FACILE PERDERE LA BUSSOLA SENZA QUELLA FASCIA TRICOLORE

  • Sulmona 05.09.2022

    È un Alto Dovere civico, istituzionale, morale indossare con Onore i simboli delle Istituzioni soprattutto i sindaci della Valle Peligna, in particolare modo il sindaco di Pratola Peligna perché fra Pietro Angelerio da Morrone è vissuto per gran parte della sua santa vita in Valle Peligna. Fra Pietro Angelerio ha amato, Pratola, Sulmona e tutti i paesi confinanti, qui ha eretto la sua abbazia e qui voleva essere sepolto. Ad Aquila ci è stato pochissimo e vi era poco affezionato. Le Istituzioni vanno sempre rappresentate al meglio.
    distinti saluti
    Domenico Silla

  • La risposta sta nei numeri degli inviti “riservati AI PIU’ ” per la visita
    pastorale e loro ripartizione.
    Delle ben 700 sedute riservate, 305 erano destinate ai sindaci abruzzesi (comprensive dell’aquilano Biondi con fascia tricolore al seguito e gli altri NO), le restanti e cioè 395 erano da “spartirsi” come solito, tra le autorità militari, civili e religiose.
    Certamente qualche imbarazzo deve averlo procurato nei SINDACI, nel vedere autorità militari e autorità religiose nella loro “divisa di rappresentanza”, mentre “LORO” si confondevano con “figuri” della Provincia, Regione (tra l’altro loro pari) … e gli immancabili “amici degli amici”.
    In pratica “sembra” che sia mancata la visibilità istituzionale, non del Sindaco di per se ma della rappresentatività di un intero territorio regionale, soverchiato dall’imperialismo aquilano, checche se ne dica. Insomma, dei “paria istituzionali” sconosciuti nella moltitudine.
    Ma non tutti i Sindaci sono stati di questo avviso, ad esempio il Sindaco di Giulianova Jwan Costantini ha saputo comunque sfruttare l’evento in un bel messaggio mediatico/politico per i propri concittadini: “…Stamattina, in questa città, ho portato davvero tutta Giulianova: mai come stamattina, mi sono sentito il Primo cittadino, cioè colui che ha la responsabilità e l’onore di rappresentare non se stesso ma una comunità. Davanti al Papa, c’erano, con me Sindaco, tutti i giuliesi, quelli che collaborano e ci incoraggiano, ma anche quelli che criticano o remano contro. C’erano le associazioni e i singoli; c’erano le famiglie, le parrocchie, i bambini, i ragazzi, gli adulti, gli anziani. C’era Giulianova. Un’esperienza emozionante, che non dimenticherò e a cui la cultura e la politica abruzzese, d’ora in poi, dovranno continuamente ritornare. Ringrazio l’ Amministrazione comunale dell’ Aquila, che ha messo in piedi una macchina organizzativa all’altezza contribuendo in tal modo a creare un clima gioioso, partecipato, entusiasta, di grande armonia”. Certamente gli “elettori” giuliesi, fra un’inquadratura e l’altra avranno avuto l’occasione di vederlo in tv … e il bel quanto fraterno “messaggio subliminale cristiano/politico” è bel che passato e qualcuno se ne ricorderà fra qualche anno nelle future elezioni… Chiaro!?
    In pratica, c’è chi ha saputo sfruttare molto bene la cosa: il neo eletto Sindaco Biondi per la sua rielezione a Sindaco, Marsilio per recuperare sull’indice di gradimento da Presidente della Regione, il Sindaco di Giulianova, come altri Sindaci svegli, e infine la città di L’Aquila, che sulle trafugate spoglie di Celestino V e la negata consegna del feretro di S. Bernardino ai senesi ha costruito “nei secoli” la fortuna della città imperiale.

  • Il vero motivo della protesta dei Sindaci sta nella considerazione che i Sindaci con la fascia rappresentano la loro gente all’evento, senza fascia rappresentano se stessi e quindi non andrebbero invitati in quanto normali cittadini. Non è difficile comprenderlo così come è facile capire che la parzialità di chi scrive l’articolo è ben celata dalla sua bella scrittura.

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