L’OSPEDALE DI CASTEL DI SANGRO E IL CUP DELLA VERGOGNA

di Luigi Liberatore – Le immagini che corredano questo scritto valgono più di ogni parola: non sono di buona levatura ma bastano a descrivere il senso della umiliazione che prova la gente, quasi dissipata e smembrata nel piazzale, in attesa di poter vidimare una ricetta, sotto un sole che picchia inesorabile sulle loro teste inebetite. Ci troviamo a pochi passi dall’ospedale civile, una specie di veliero con due o tre corsie aperte, e poi migliaia di metri quadrati inutilizzati, sebbene doviziosamente restaurati per lasciarli nell’abbandono totale. Voi direte cosa c’entri col Cup? Cercheremo di spiegarlo nella maniera più semplice possibile. Il centro unico delle prenotazioni è adesso alloggiato in una specie di cella monastica (ovviamente in affitto) al piano terra di un bel condominio, ma che obbliga gli utenti ad aspettare all’aperto senza alcun riparo: sotto il sole cocente,come quello di questi giorni, o alla mercè delle bufere che sferzano i volti e coprono le maledizioni. Una tettoia? Macchè? L’imperturbabile assessore alla Sanità della regione Abruzzo, la placida Verì, non è stato capace nemmeno di questo benchè la spesa non avrebbe di certo prosciugato il bilancio milionario dell’assessorato. La soluzione era ed è a pochi passi: cioè all’interno dello stesso ospedale, magari in una o più stanze dove l’unico problema è rappresentato dalle ragnatele. Signori, è così. Il Cup potrebbe essere alloggiato lì, ma il buon senso, quando si parla di efficienza della Sanità, è un elemento sgradito sia per i politici che per chi amministra. Mettiamoci l’animo in pace: questo argomento verrà di nuovo sollevato, a chiacchiere, durante la campagna elettorale, con promesse di immediata risoluzione del problema. La Destra regionale è colpevole di aver relegato nelle retrovie la sanità in Altosangro, ma la sinistra, che ha preceduto l’ineffabile Marco Marsilio, non può accampare scuse. Sapete cosa io avverta in tutto questo? Una specie di rassegnazione spirituale nella gente dell’Altosangro, quasi un abbandono, una rinuncia alla ribellione, una accettazione supina dei soprusi. Peccato. Eppure l’Altosangro è ai confini di quella terra dei Sanniti che seppero fare buon uso delle forche caudine. Potrà sembrare donchisciottesco il nostro ragionamento, ma destra e sinistra stiano alla larga: il Cup di Castel di Sangro reclama vendetta, e non potrà essere mai merce di scambio in questa campagna elettorale.

One thought on “L’OSPEDALE DI CASTEL DI SANGRO E IL CUP DELLA VERGOGNA

  • Anche a Sulmona la situazione del CUP non è migliore. Attesa in un corridoio esterno, al sole, al freddo, alla pioggia. Non una sedia o una panca per gli anziani. Possibile che non ci sia un altro locale disponibile? Tra l’altro penso che la ASL paghi un affitto per quella sede.

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