INCHIESTA SU FONDI PER IL RITIRO DEL NAPOLI CALCIO, DURO ATTACCO DEL PD

La polemica continua dopo che la Procura della Corte dei Conti dell’Aquila ha avviato indagini sullo stanziamento di 6 milioni di euro per ospitare per sei anni, rinnovabili per altri sei, a partire dal 2020, il Napoli calcio per il ritiro precampionato a Castel di Sangro. I magistrati contabili contestano un presunto danno nell’ambito di una inchiesta scattata nell’ottobre 2020 dopo un esposto dell’allora capogruppo del M5S, Sara Marcozzi. Sotto inchiesta sono finite le cinque persone che hanno firmato lo schema di convenzione approvato poi dalla Giunta regionale il 6 luglio 2020, l’allora assessore al turismo Mauro Febbo, ora capogruppo di Forza Italia, l’assessore al Bilancio Guido Liris, di Fdi, e poi tre dirigenti regionali: il capo Dipartimento Turismo, Germano De Sanctis, Luigia Calcalario e Giuseppe Di Fabrizio. Anche il segretario regionale del Partito democratico, Michele Fina, parla di “superficialità e faciloneria” e definisce “pericoloso” il governo regionale. Al quotidiano Il Centro, Marsilio dice solo: “Non ho niente da dichiarare. Forniremo tutta la documentazione e i chiarimenti richiesti alla Corte dei Conti. Sono sicuro di chiuderla lì, mi sento assolutamente tranquillo”. Così pure l’assessore Guido Liris: “Sono felice del fatto che si faccia, finalmente, chiarezza su una vicenda di cui si è parlato troppo e, spesso, a sproposito. Sono certo che la magistratura contabile saprà portare avanti un ottimo lavoro di verifica e controllo degli atti”, mentre Febbo  assicura: “forniremo amplissima documentazione a dimostrazione della trasparenza, correttezza e soprattutto della convenienza per la Regione dell’operazione”. Ai cinque indagati viene contestato un presunto danno erariale di 825 mila euro: così come emerge dalle carte, l’accusa contabile sottolinea che a Dimaro, in Trentino, dove il Napoli ha svolto per anni il ritiro, nel 2019 sono stati spesi 175mila euro a fronte del milione annuo per sei anni assicurati dalla Regione al sodalizio guidato dal presidente, Aurelio De Laurentiis che ha svolto il ritiro il 24 agosto del 2020. La squadra tornerà in Abruzzo, per la terza volta, il prossimo 23 luglio.In questi giorni, dopo 20 mesi, la Procura della Corte dei conti ha notificato l’avviso a presentare le controdeduzioni alle contestazioni entro la prima metà di settembre. Poi, entro 120 giorni si saprà se il procedimento contabile verrà archiviato o se i cinque dovranno affrontare il processo. Gli indagati presenteranno una corposa documentazione nella quale rivendicano la correttezza del percorso amministrativo anche alla luce della normativa d’urgenza anti covid arata con un decreto legge del governo poi convertito in legge nel giugno 2020, che permetteva investimenti per il rilancio turistico dei territori in ginocchio per la pandemia, e il successo della operazione che ha portato alla inversione di tendenza delle presenze in estate rispetto all’inverno, solo con i dati degli alberghi non delle seconde case, con punte di incremento del 94% alimentate soprattutto da tifosi e turisti della vicina Campania. Duro l’attacco del Pd:  “Non intendiamo entrare nel merito giuridico dell’accordo tra la Regione e il Napoli Calcio, sul quale con molta competenza stanno intervenendo gli organismi deputati. L’inchiesta della Procura della Corte dei Conti e i documenti resi pubblici dai mezzi di informazione si prestano tuttavia ad analisi e osservazioni di tipo politico e amministrativo”: lo dichiara Michele Fina, segretario del Partito Democratico abruzzese. Fina rende merito “all’esposto di Sara Marcozzi e del Movimento Cinque Stelle che ha innescato l’approfondimento” e sottolinea che “le critiche che abbiamo espresso nei mesi scorsi sono confermate e se possibile rafforzate. Scelte del genere, con esborsi simili a carico della collettività, senza alcuna valutazione oggettiva dei benefici né simulacro di gara o trattativa, noi non le avremmo mai fatte. Sono indice di superficialità e faciloneria, di inquietante disinvoltura nell’amministrazione della cosa pubblica. Ai 14,6 milioni di euro di risorse pubbliche spese da Regione Abruzzo vanno poi aggiunte quelle per l’accoglienza della squadra, annessi e connessi, che spende il Comune di Castel di Sangro, nell’ordine dei 300mila euro all’anno. Ce n’è abbastanza per fare emergere un approccio che unito alla totale incapacità di programmare, a cominciare dai settori più sensibili come quello sanitario, alla cronica inefficienza nella gestione dei dossier e delle incombenze, rendono questo governo regionale un vero e proprio pericolo per l’Abruzzo. Questi fondi potevano e possono essere usati a favore degli abruzzesi, in particolare di coloro che sono più in difficoltà in questo tempo difficile di crisi e di trasformazioni”.