COVID E LONG COVID

Di  Gianvincenzo D’Andrea – È  stato recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica inglese ” The Lancet” un o studio che ha preso in esame l’incidenza del Long Covid (un variegato insieme di disturbi, anche gravi, che si registrano in persone che hanno avuto la malattia) a seguito del contagio con la variante Omicron del virus Sars CoV2.

Long Covid

Ebbene i dati dimostrano in modo inequivocabile che la percentuale di soggetti che presentano sintomi inquadrabili nel Long Covid è di molto superiore a quella  registrata in soggetti che sono stati contagiati dalla variante Delta.

Non è una buona notizia dal momento che in conseguenza della elevata diffusibilita’ e contagiosità della variante Omicron (sopratutto delle sottovarianti BA 4 e BA 5), c’è da temere  in un futuro  anche prossimo un’ impennata dei casi positivi.
Inoltre è  stato acclarato che l’insorgenza della sindrome Long Covid non è  direttamente legata alla gravità  della malattia Covid.
Infatti sono stati rilevati numerosi casi di Long Covid (persino in forma grave), anche in quei soggetti che avevano sofferto una malattia Covid lieve.

Long covid
Diversi studi medici condotti in paesi europei e nel resto del mondo hanno dimostrato che il rischio di imbattersi nel  Long Covid dopo l’infezione acuta  supera il 20%, il che non è  affatto poco.
L’insieme dei disturbi (Long Covid), registrati vanno dai dolori diffusi alla spossatezza, dal fiato corto ai sintomi a carico del sistema nervoso,reni ed intestino.
Nello studio pubblicato su “The Lancet” ma anche su quelli pubblicati su altre riviste scientifiche si riferisce di un significativo coinvolgimento dell’apparato cardiovascolare (nel Long Covid ) in conseguenza della formazione di microtrombi che circolando nei piccoli vasi arteriosi possono ostacolare e bloccare il flusso del sangue e l’apporto di ossigeno nei vari organi con possibili seri danni sopratutto a carico di cervello e cuore.
Allora, se questi sono i fatti cosa si può  fare?
Evitare di contagiarsi con Omicron e proteggersi al meglio con la vaccinazione.
Per ridurre il rischio di contagio valgono le regole ormai stranote di protezione : evitare assembramenti e contatti ravvicinati senza protezione delle vie aeree( sopratutto al chiuso), indossare mascherine filtranti ( quando è opportuno creare una barriera alla inalazione del virus Sars CoV2 ), lavare( o disinfettare) le mani ed infine effettuare un ciclo vaccinale completo.
Derogare a quanto appena detto non è conveniente  perché le conseguenze potrebbero essere assai spiacevoli .
Chi pensa di poterlo fare ,contro ogni evidenza scientifica, dovrebbe riflettere bene sui rischi che corre.
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