NE PARLEREMO IL 4 GIUGNO

Chi di noi non è mai rimasto affascinato dal rosso tizianesco di un cielo di primavera al tramonto o dal verde
fulgente di un rettangolo verde? Il verde rappresenta il bisogno, la speranza, la passione, la fantasia di
sostenere se stessi.
Esprime la volontà di operare, la perseveranza, che non è una lunga corsa, ma una corsa dopo l’altra. L’idea
maestosa del verde, della bellezza, del bello in se, quasi un’entità immutabile dentro di noi, ma che è
dentro il panorama di Sulmona, ad una poesia di Ovidio e ad una lezione del Prof che arriverà puntuale
come un treno Frecciarossa.
Non so perché, ma stasera mi è tornata in mente la frase: son tornati gli illegali. Da una parte il gioco del
pallone non solo muscoli e polmoni, dall’altra una galleria di assi, talento che scorre nelle mani, nei piedi e
nella mente.
Ogni sport ha un suo odore. Non è un odore assoluto. E’ un misto di circostanze e sensazioni, una miscela di
romanticismo. E’ amicizia che dura nel tempo attraverso mari, monti, città, paesi, viaggi, sfide,
partecipazione, uguaglianza, condivisione, solidarietà, passione, fantasia, creatività.
Riparto ed è sempre come scrive Milan Kundera che mi risolleva: “non c’è niente di più bello dell’istante
che precede il viaggio, l’istante in cui l’orizzonte del domani viene a renderci visita e a raccontarci le sue
promesse”.
Calma e gesso dicono i giocatori di carambola: leggiamoci prima il dialogo e poi ne parliamo il quattro
giugno…
Tikrit65

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