ROCCARASO, FACCIAMO COSÌ: FUORI GLI ABITANTI, DENTRO L’ORSO!
di Luigi Liberatore – Siamo alla follia. E non ci sono peggiorativi alla definizione, altrimenti il termine follia non sarebbe ciò che ci dicevano a scuola le maestre: un sostantivo. E ci teniamo lontani da come l’avrebbe chiamata Sigmund Freud, cioè un rifugio rispetto alla sofferenza della esistenza, per non offrire ancora supporti psico-filosofici alla banalità dei comportamenti di certe persone E sono tante. Da qualche ora si rincorrono sui social le notizie secondo le quali l’orso “pazzo” che aveva scelto Roccaraso come residenza abituale e non le montagne, catturato e reimmesso in un circolo più congeniale al regno animale cui appartiene, sia stato rivisto nelle periferie della stazione turistica abruzzese. Alè! Tutti a far tifo (soprattutto a Roccaraso) per questa circostanza e ad esaltare la vicenda del riavvistamento come un recupero della proprietà terriera dell’animale e una sfida nei confronti di chi lo aveva obbligato allo sfollamento. Si sta sviluppando una letteratura da brividi, con citazioni che si richiamano al primo capoverso di questo nostra riflessione. C’è chi ha addirittura minacciato gli esperti del Parco Nazionale di non procedere ad una ulteriore cattura dell’animale col metodo della narcosi, avendone quel poveretto di orso già provate otto. Gente che non conosce le sale operatorie dove transitano tragedie umane e dove gli anestesisti lottano per tenere aperte finestre di benessere per i malati. Lasciamo perdere. Siccome questa storia dalle nostre parti sembra aver relegato in un angolo le angosce della guerra, proviamo a dire pure la nostra insieme alla pleiade dei solfeggiatori da tastiera che si misurano sulla questione, dando qualche consiglio. Uno ai dirigenti del Parco: voi avete l’obbligo istituzionale della tutela dell’ambiente e del regno animale, non il vincolo giustificare le vostre azioni o di inseguire una opinione pubblica (animalisti e compagnia cantante) delirante. Il secondo agli abitanti di Roccaraso felici del ritorno di Carrito: lasciate, allora, le vostre abitazioni e le vostre occupazioni per consentire la libera circolazione a quell’orso “pazzo” che viola le regole del suo regno per molestare quelle umane. Accampatevi altrove. Un terzo, giusto per entrare nella futilità dell’argomento, di natura amministrativa: si dia all’orso la residenza a Roccaraso con relativa carta di identità. L’indicazione del numero civico può rappresentare un dettaglio…
Dovremmo essere orgogliosi di avere ancora l’orso, un animale quasi del tutto scomparso. E’ un privilegio e un’attrazione turistica. Peraltro è un animale che non ha mai assalito l’uomo.
Vogliamo un mondo senza vita , un mondo di plastica?
Quest’articolo è veramente osceno!!I meraviglio che l’abbiate pubblicato! Vergogna!
Che schifo di parole senza nessun senso…solo odio di un omuncolo verso la vita vera
Scusa, ma è del mestiere questo???
Un articolo che le farà scalare le vette del giornalismo, sì, quello da tastiera…..
Spero che gli orsi qui in Abruzzo continuino ad essere trattati meglio di quelli del Trentino,e poi basta sentire queste lezioni morali sulle disgrazie umane non considerate dai cosiddetti animalisti, ma che ne sapete!!
Forse l’orso e’ nato sfaticato. Nello zoo sara’ servito e riverito e col tempo avrà pure una compagna.
Scusate, ci sono ancora gli zoo?
Chiedo scusa, ma perché viviamo in un mondo di incompetenti, e mi riferisco al discorso “sale operatorie”…non possiamo prendere le difese di un animale indefeso? A me sembra che non sia l orso il pazzo!
Sono dell’opinione che quest’ articolo sia insulso.
A prescindere che l’orso è nato a Roccaraso da Amarena , è inconcepibile definire un orso “pazzo””.
È un animale e non umano,segue i suoi istinti.
Oltretutto Juan Carrito a Roccaraso predilige stare a Punta Rossa, ovvero il bosco.
Non è assolutamente aggressivo,se vede umani si allontana.Perche’ allontanarlo?Basta avere comportamenti adeguati.
Non dargli da mangiare,ignorarlo.
Ritengo che il giornalista eccessivo.
Forse non ama molto gli animali?