CACCIA, IL TAR L’AQUILA CONDANNA LA REGIONE SUL CALENDARIO VENATORIO

Condanna pronunciata dai giudici del Tar L’Aquila, per la prima volta, a carico della Regione, della Federazione Italiana della Caccia e del Movimento Scelta Etica al rimborso delle spese legali sul ricorso delle associazioni ambientaliste, presentato sul calendario venatorio dello scorso anno. WWF Italia, ENPA, LIPU, LAV e Lndc Animal Protection avevano presentato il ricorso, curato dagli avvocati Michele Pezone ed Herbert Simone, contro il calendario venatorio della Regione sul quale erano intervenuti ad opponendum la Federazione Italiana della Caccia e il Movimento Scelta Etica. Nella sentenza pubblicata a seguito dell’udienza dello scorso 23 febbraio, il TAR, come accaduto anche in occasione delle precedenti impugnazioni, ha dichiarato l’improcedibilità del ricorso per sopravvenuto difetto di interesse perché il calendario venatorio ha esaurito i propri effetti per scadenza del termine di efficacia. Il TAR aveva del resto già disposto a suo tempo la sospensiva del calendario stesso per le parti impugnate, accogliendo le richieste delle associazioni ambientaliste e impedendo così l’anticipo della stagione venatoria previsto dalla Regione.Quest’anno, però, il TAR ha voluto aggiungere alcune considerazioni riguardo alla condotta “pervicace e reiterata” della Regione “violativa della disciplina in materia” e ha condannato i soggetti che si sono esposti contro il ricorso delle Associazioni al rimborso delle spese legali.   La sentenza sottolinea come sia stata posta in essere da parte della Regione Abruzzo una “sostanziale violazione dei principi generali in materia di cui alla legge n. 157/1992 che impone alle Regioni di assicurare compiutamente e concretamente le misure indispensabili per assicurare concretamente la sopravvivenza e la riproduzione delle specie cacciabili” (più volte sottolineata dalla Corte Costituzionale cfr. n. 191 del 2011 e, di recente, n. 40 del 2020). Resta però da comprendere come mai su una questione tanto complessa come quella venatoria debba essere tutto demandato ai tribunali invece di intraprendere, con più oculatezza e saggezza, un dialogo costruttivo tra le parti interessate ed una programmazione che abbia come obiettivo primario la tutela della fauna abruzzese, di tutti patrimonio, soprattutto di una regione che si definisce Verde d’Europa. La Regione Abruzzo, come altre Regioni italiane, da anni conferma scelte che poi vengono puntualmente impugnate dalle associazioni ambientaliste e cassate dal giudice amministrativo. In questo modo vengono spesi fondi pubblici per il lavoro degli uffici regionali competenti e dei tribunali amministrativi: chi amministra la cosa pubblica dovrebbe essere più attento a scelte di questo genere, ricordando che si amministra per conto e al servizio esclusivo di tutti i cittadini e non di una sola categoria. Un appello dunque agli amministratori regionali perchè per il futuro abbiano presente questa ennesima lezione.