CONFESERCENTI: PIANO COMMERCIALE PER LA RINASCITA DELLA CITTA’ E METODO DI CONCERTAZIONE

L’amministrazione comunale di Sulmona ha affidato l’incarico ad un tecnico esterno per la redazione del nuovo piano urbanistico commerciale. Per la Confesercenti di Sulmona è una buona notizia che rispecchia anche, in parte, le richieste che l’associazione ha già proposto al sindaco Gianfranco Di Piero. “Ma la preoccupazione è quella di non essere consultati. Si spera che questa amministrazione non ripeta gli stessi errori delle precedenti che “attentamente” hanno evitato qualunque tipo di confronto per lo sviluppo economico della città e delle sue attività produttive” precisano Pietro Leonarduzzi e Angelo Pellegrino. Per la Confesercenti, “non vi è Piano se questo non è frutto di un confronto, perché alla base di una revisione della distribuzione commerciale deve esserci un partenariato pubblico-privato, in quanto la gestione unitaria dello stesso piano urbanistico può funzionare soltanto se essa ha alla base una solida partnership. I progetti e le azioni a favore delle aree urbane richiedono, infatti, il supporto e le competenze sia del settore pubblico, sia del mondo privato (imprese, singoli e associati). Alla base della politica di rappresentanza dell’Associazione di categoria vi è l’altissimo valore degli esercizi di vicinato, connesso anche alle attività artigianali alimentari, perché ciò rappresenta gli interessi generali del mondo produttivo, vera spina dorsale del sistema locale, che si confronta con le grandi sfide di cambiamento”. “In questo contesto, lo sviluppo della Città di Sulmona passa dalla crescita competitiva delle PMI. È necessario un impegno per sostenere la transizione delle piccole imprese con azioni di sostegno su più fronti come Confesercenti propone con la proposta di legge nazionale di valorizzazione degli esercizi di vicinato. L’economia deve essere stimolata verso la crescita, con l’occupazione e gli investimenti, anche a favore del commercio e dell’artigianato alimentare (panificazione, pasticcerie, lavorazioni e preparazioni carni, prodotti ittici e ortofrutta, prodotti da forno e laboratori alimentari come gastronomie). Questo permetterebbe la sopravvivenza delle piccole imprese e della stessa Città, perché se si spengono le vetrine si spegne anche Sulmona” sottolinea Confesercenti. “La difesa degli esercizi di vicinato azzererebbe l’ ”effetto desertificazione”, un fenomeno che sta già interessando il Paese. Oggi sappiamo che oltre la metà degli 8.100 comuni italiani rischia di rimanere senza esercizi commerciali, soprattutto alimentari. In sostanza, circa 5.000 comuni sono attualmente privi dei servizi commerciali primari, rendendo conseguentemente difficile, se non impossibile, l’acquisto di beni di prima necessità quali ad esempio pane, latte e carne senza spostarsi di chilometri dalla propria abitazione.Si tratta di centri abitati, spesso con grandi tradizioni storiche e antiche di secoli, che manifestano i sintomi del “disagio insediativo”, nonostante l’alta funzione della gestione del territorio. Al riguardo si è verificato un “effetto velocizzazione” del fenomeno di chiusura e abbandono delle attività alimentari (- 7%, 8% nell’ultimo biennio) considerato allarmante, con il rischio concreto di vedere circa 2 mila comuni tramutate in città fantasma” continuano Leonarduzzi e Pellegrino. Per la Confesercenti, “il Piano Urbanistico Commerciale non deve essere solo una evidenziazione dello stato di fatto e di una elencazione di problematiche, bensì un’articolazione che preveda la salvaguardia dell’esistente e il rafforzamento della possibilità di investire in nuovi negozi. Pertanto, va innanzitutto ripensata l’attenzione alle imprese commerciali inserendo misure speciali ed in particolare agevolazioni fiscali per chi svolge attività primaria con il fine unico di favorire processi virtuosi di integrazione delle filiere locali. Ma occorrono anche azioni di alleggerimento della pressione fiscale sui negozi di vicinato, attraverso una serie di adeguamenti al ribasso della tassazione locale e la necessità di arginare l’espansione della grande distribuzione in città. Sulmona può tornare ad essere una Città attraente. Il commercio, oltre a un ruolo economico, ha anche questo compito: fungere da magnete per i residenti stessi. Il turismo, che espande anche fuori dai confini della città questa capacità di attrazione, dimostra come la Città stessa possa divenire una realtà di fascino e richiamo per il resto del territorio e con questo sviluppare economia. Ci si aspetta un pieno coinvolgimento dell’associazione che conferma la volontà di operare al fianco dell’Amministrazione per restituire alle imprese e alla Città la dignità che è stata negata” conclude l’associazione di categoria.