OFFESE TERESA NANNARONE, IL GIUDICE FISSA L’UDIENZA

Dovrà essere un giudice del tribunale di Sulmona a stabilire se c’è stato body shaming nei confronti dell’attuale consigliere comunale del Partito democratico, Teresa Nannarone da parte di Giovanni De Simone, 64enne originario di Goriano Sicoli. L’uomo infatti, dopo aver fatto opposizione al decreto penale con cui era stato condannato dal sostituto procuratore Aura Scarsella, a una multa di 400 euro, ha ottenuto che la sua vicenda giudiziaria venisse affrontata e giudicata con un processo vero e proprio nel quale, per prima cosa, sarà revocato il decreto penale opposto. Nell’udienza può essere valutata anche  una sanzione più grave di quella economica. Il processo è stato già fissato al prossimo 19 aprile. Tutto è nato dallo striscione che Teresa Nannarone, srotolò sulla facciata del suo studio legale, in occasione della visita elettorale dell’esponente della Lega Matteo Salvini a Sulmona nel gennaio del 2019. Sullo striscione Nannarone, riproponeva un passo dalle Metamorfosi di Ovidio, “Empio chi non accoglie lo straniero”, che ingenerò risentimenti sui social, anche estremi sino ad un auspicio di stupro espresso da una donna del pescarese. Sul fatto intervenne anche Di Simone, il quale osservò che lo stesso Zeus che pronunciò quella massima, aveva anch’esso fama di stupratore, ma solo di giovani donne, mettendo in dubbio tale riferimento della Nannarone alle Metamorfosi, “perché è ora donna vecchia e scaltra e non rischia più lo stupro se non per sua volontà”, come riportato nel capo di imputazione formulato dal sostituto procuratore Scarsella che ha portato alla condanna per decreto penale. Condanna che è stata pubblicata e commentata su un giornale online.