ISTITUTO MORANDI-DE NINO, E’ SCONTRO TRA PROVINCIA E PROVVEDITORATO OPERE PUBBLICHE

Resta per ora un miraggio il bando di gara per i lavori di adeguamento sismico del De Nino-Morandi di Sulmona, l’istituto tecnico sulmonese a Pratola, già da otto anni, precisamente dal 17 ottobre 2014, subito dopo l’avvio dell’inchiesta sui presunti lavori sbagliati post sisma. La pubblicazione dell’avviso pubblico, da parte del Provveditorato delle opere pubbliche, soggetto attuatore per l’esecuzione degli interventi sulla sede storica di via D’Andrea, era atteso già dalla scorsa primavera. Poi il rinvio a giugno e a settembre. Fino a quando si è convenuto di attendere il nuovo anno. Uno slittamento continuo che comincia a suscitare reazioni dure tra gli addetti ai lavori. Ed è di ieri lo scontro avuto dal presidente della Provincia dell’Aquila, Angelo Caruso, con i vertici del Provveditorato, fino a minacciare il ritiro della convenzione, siglata nell’era De Crescentiis, nel 2017. Caruso ricorda che si è svolta ad ottobre scorso una conferenza di servizi per aprire la strada alla soluzione della lunga vertenza, sollecitando il Provveditorato ad arrivare alla pubblicazione del bando di gara. Il progetto esecutivo, redatto dalla Promedia s.r.l., attende che il secondo lotto venga realizzato secondo le più moderne tecnologie e materiali disponibili, prevedendo la demolizione e nuova posa in opera di muri perimetrali, pavimentazioni, infissi e impianti, per una struttura sicura e all’avanguardia. Il costo dell’intervento comporterà una spesa complessiva di 4 milioni e 700 mila euro e sarà concluso in 540 giorni lavorativi, ovvero in poco meno di due anni. Una parte dell’istituto era stato interessato dai lavori di adeguamento (C1-C3-C4) nel 2011, per un importo dei lavori di 4 milioni e 800 mila euro, poi sottoposto a sequestro preventivo nel per l’accertamento di presunte irregolarità. Intanto le istituzioni stanno lavorando per tentare comunque il ritorno a Sulmona dello storico istituto, in una sede alternativa, che potrebbe essere quella dell’ex convento di S. Antonio adeguato alla classe d’uso scolastica. Un tentativo fatto già in passato, quando amministratori, funzionari e comitato seguirono tutte le procedure per reperire i relativi pareri ma in assenza del progetto di adeguamento della sede storica, particolare che non emerse nei verbali e nelle sedi ufficiali ed il traslocò sfumò. Intanto il degrado dell’edificio scolastico di via D’Andrea è al colmo, diventato ricettacolo di rifiuti, topi e insetti. Segno di inerzie, di lentezze, di disinteresse inaccettabili. Chi porta le responsabilità di questa situazione dovrà risponderne alla comunità scolastica e alla città.