RADDOPPIO FERROVIARIO E TRIBUNALE, COME SULLE NOTE DI STRAUSS PADRE…
di Luigi Liberatore – Ci provan tutti. Meglio, ci hanno provato e continuano a provarci, ballando come se fosse un valzer di Johann Strauss padre, togliendo tuttavia levità alle note del superbo direttore d’orchestra austriaco. I ballerini, per capirci, sono i rappresentanti politici della nostra Regione e i temi, per nulla allegri, sono quelli del raddoppio della linea ferroviaria Pescara Roma e la paventata (anzi certa) soppressione del tribunale di Sulmona, nel contesto della più generale politica giudiziaria di cancellazione del cosiddetti tribunali minori. Capiamoci subito: il raddoppio della linea ferroviaria Pescara Roma è uno degli infinitesimi tasselli che potrebbero portarci in coda alle nazioni più progredite e magari sollevarci da un retaggio strutturale “borbonico”, e il mantenimento del tribunale di Sulmona un argine all’arretramento territoriale della Giustizia in un’area critica. Bene, abbiamo rispetto massimo per la lotta condotta in prima persona dagli avvocati i quali si misurano quotidianamente con i problemi della gente prima ancora che questi finiscano nelle camerette anestetiche dei magistrati. Hanno sì interessi come studi legali, ma le persone le guardano in faccia. Eppure i politici hanno fatto la loro parte con comunicati roboanti e insuccessi ripetuti, sia a destra che a sinistra. Quasi sicuramente il tribunale sarà soppresso (speriamo di no), ma loro staranno sempre a galla, come i bugiardi. E sul raddoppio ferroviario? C’è il progetto, eppure si è già visto il Wwf che vuole vederci chiaro sull’impatto stravolgente che avrebbe su paesetti condannati da tempo al perenne oblio. Un primo alt. Poi c’è l’intervento del Pd che tramite un suo consigliere regionale, tal Antonio Blasioli, vuole la nomina di una commissione per valutare le perplessità formulate dal Wwf. Infine il Movimento cinque stelle che reclama paternità sulla iniziativa progettuale ma poi dice che sia importante aprire forme di dialogo con le popolazioni interessate. Parole di Sara Marcozzi. In sintesi, Rete ferroviaria italiana, secondo noi, può rimettere nel cassetto il progetto perché rispetti il “sonno” profondo del Mezzogiorno. Consentiteci una nota finale: abbiamo letto il comunicato del sindaco di Pratola su entrambe le questioni. Bene. Sarà pure un’analisi cinica e spietata, ma Antonella Di Nino ha ragione