DONNA AGGREDITA, IL SULMONESE ARRESTATO DAVANTI AL GIUDICE RESPINGE OGNI ACCUSA

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sulmona, Alessandra De Marco, non ha convalidato l’arresto eseguito nella giornata di sabato scorso dai Carabinieri di Sulmona nei confronti di un sessantunenne sulmonese, residente nel centro storico e posto ai domiciliari con la pesante accusa di maltrattamenti in famiglia. Il giudice, ritenendo però sussistenti le prove a carico dell’uomo ha mantenuto gli arresti a domicilio. La storia tra l’uomo e la compagna è iniziata sul web. Lei è di Varese e lui di Sulmona. Quando i Carabinieri sono arrivati nell’abitazione, dove l’uomo avrebbe aggredito la donna, hanno rinvenuto la donna particolarmente scossa mentre l’uomo da poco era andato a letto. In base alle precedenti segnalazioni e al racconto reso della vittima, tenendo conto dei successivi accertamenti in ospedale, i militari hanno arrestato l’uomo.
La vittima ha raccontato di essere stata colpita con un coltello all’addome, spintonata e picchiata. I medici del pronto soccorso hanno riscontrato lesioni non gravi, dovute ad ecchimosi ed escoriazioni, giudicate guaribili in sei giorni. Per la Procura e per i carabinieri la condotta dell’uomo è stata negli ultimi tempi sistematica tant’è che quelle “botte abituali” hanno configurato l’imputazione di maltrattamenti. Accusa contestata dall’avvocato Serafino Speranza, legale dell’indagato. Davanti al giudice l’uomo ha sostenuto che tra lui e la donna non c’è alcun legame familiare ma solo rapporto di amicizia, tanto da dormire in letti separati. Un’amicizia condivisa sotto lo stesso tetto, dividendo le spese. Quanto all’accusa di aver aggredito la donna, il sessantunenne ha respinto ogni addebito. Intanto la donna, dopo l’attivazione del codice rosso, è stata presa in carico da una struttura per il tramite dei centri antiviolenza. Mentre l’uomo è stato posto agli arresti domiciliari nella sua abitazione, in attesa di nuova istanza già annunciata dall’avvocato Speranza che chiederà una misura cautelare meno afflittiva.