PRATOLA, PERCETTORI DI REDDITO DI CITTADINANZA SI RIFIUTANO DI LAVORARE

Vengono coinvolti in un progetto di pubblica utilità perché percepiscono il reddito di cittadinanza ma si rifiutano di lavorare. In due sono stati segnalati all’Ecad, (ambito distrettuale sociale) ed ora rischiano di perdere il sussidio. Nei giorni scorsi era stata proprio l’Ecad ad assegnare a Pratola i due lavoratori, il primo di 30 anni e l’altro di 60 anni, ma nonostante i ripetuti solleciti si sono rifiutati di aderire al progetto proposto dal Comune di Pratola Peligna per svolgere varie attività a servizio dell’ente. I due hanno prima aderito al corso attivato dal Comune di Pratola effettuando anche le visite mediche, ma sono uno l’ha terminato che però, quando si è trattato di iniziare a lavorare non si è mai presentato, nonostante i continui solleciti da parte del Comune. Da qui la segnalazione all’Ecad. “Abbiamo seguito tutto l’iter”, spiega il sindaco Antonella Di Nino, “quando ci siamo resi conto di come stavano andando le cose, siamo stati costretti a segnalare tutto all’Ecad, che di fatto sigla la convenzione con questa tipologia di lavoratori. Prima abbiamo tutto il possibile per convincerli a iniziare a lavorare, ma non c’è stato nulla da fare”. A seguito della nota inviata dal Comune di Pratola, dovrebbe partire la segnalazione automatica all’Inps che di fatto elargisce il reddito di cittadinanza che, a sua volta, dovrebbe prendere provvedimenti e revocare l’assegno del sussidio. “A Pratola ci sono 180 percettori di reddito di cittadinanza, “conclude il sindaco, “e al momento una sola persona è impegnata in progetti di pubblica utilità in Comune”.

5 thoughts on “PRATOLA, PERCETTORI DI REDDITO DI CITTADINANZA SI RIFIUTANO DI LAVORARE

  • Questo reddito di cittadinanza è stato un’oltraggio alle persone che lavorano, questo rdc è stato un sistema sicuro per non far lavorare le persone che non hanno mai voluto, questo rdc è stato un spunto per invogliare le persone che già avevano un lavoro saltuario a desistere, questo rdc è stato una cuccagna per le persone che hanno lavorato sempre in nero, questo rdc è stato un terno a l’otto per i titolari di svariate attività in nero che lo stanno percependo questo rcd se non lo tolgono immediatamente, portono l’Italia alla rovina totale. Tante persone sono bisognose perché non hanno mai voluto lavorare, quelli realmente bisognose che non possono lavorare sono una minima parte e vanno aiutati con altri sistemi. Io sono a conoscenza di tantissime persone che stanno percependo il rdc senza averne alcun diritto.
    Io ho tre ernie a disco nella schiena causate dal lavoro pesante che faccio e non mi possono operare perché rischioso ma tutti i santi giorni mi alzo e vado a lavorare per tirare avanti.

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    • Va perfezionato ma non certo tolto. C’è in tutti i paesi europei.
      Ma soprattutto bisognerebbe far funzionare i cpi.

  • Fanno bene a togliere loro il sussidio.
    I correrei se mi chiamassero per partecipa un progetto sociale del comune.

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    • Signor Gianni, io non sarei così devastante verso il rdc, oltretutto anche tu affermi che bisogna aiutare chi ha bisogno. Al contrario direi che va sistemato il tiro. Per come è stato raccontato, è lodevole il comportamento dell’amministrazione di Pratola. Quando le istituzioni funzionano le cose camminano nel verso giusto.

      • Non mi chiamo Gianni e mi riferisco al caso in questione non al rdc in generale.

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