OFFESE SU INTERNET, IL GIUDICE CONDANNA LA LEONESSA DA TASTIERA
Nel corso di una diretta Facebook aveva espresso con un post, apprezzamenti offensivi e denigratori nei confronti del locale dove si stava svolgendo una degustazione di formaggi e vini. Ieri la vicenda è approdata in tribunale e il giudice monocratico ha contestato all’autrice del post, il reato di diffamazione aggravata condannandola a 600 euro di multa e al risarcimento della parte civile. Si tratta di una donna di 46 anni residente a Rivisondoli. Il fatto risale al maggio del 2017 quando nel locale di proprietà di un imprenditore, anche lui di Rivisondoli si stava svolgendo una degustazione, ripresa in diretta Facebook da parte di uno dei clienti dell’esercizio commerciale. Durante la diretta la 46enne pubblicò un lungo post di circa venti righe apparso sul profilo facebook intestato all’esercizio pubblico. “Solo perché qualcuno ha scritto la verità sul locale, una vera e propria topaia, è stato tolto per vergogna?” Era il contenuto della considerazione della donna che proseguiva con altre considerazioni personali. Nessun riferimento specifico al locale o alle persone ma la collocazione del post ha configurato, secondo il giudice, una vera e propria diffamazione poiché il fatto descritto- come aveva fatto notare la Procura nella citazione a giudizio- “è riconducibile alla persona offesa in proprio e in qualità di proprietario dell’esercizio commerciale”. Una sentenza importante che può mettere un punto fermo in un settore, quello relativo ai commenti su internet, in cui troppe persone, dietro l’anonimato dello schermo e degli pseudonimi utilizzati al posto di nome e cognome, si divertono a lanciare pesanti accuse diffamatorie nei confronti di altri utenti della rete, certi di farla franca. Da oggi, i cosiddetti leoni da tastiera dovranno stare più attenti se non vorranno mettere mano al portafogli per risarcire le parti offese.