AVEVA ADOTTATO UN CANE RANDAGIO, STRAPPATO ALLE SUE CURE MARIA TERESA GENTILE MORI’ DI DOLORE

Aveva adottato un cagnolino randagio, diventandone la padroncina premurosa, pronta a coccolarlo e dargli da mangiare. Al cagnolino portava un cartoccio ad ora di pranzo, non facendogli mancare nulla. Quel cucciolo randagio in pochi giorni, in piazza Iacovone, era diventato la mascotte di un gruppo di ragazzine. Ma Maria Teresa Gentile, dodici anni, aveva preso talmente a cuore quel cagnolino da essere piĆ¹ sollecita delle altre a prestarle ogni cura. Qualche giorno dopo arriva perĆ² la tragedia. Nei giorni scorsi ĆØ ricorso l’anniversario di quella tragedia. La presenza del piccolo randagio viene segnalata alle autoritĆ  sanitarie e sul posto passa un furgone del servizio di accalappiacani. Da quel furgone scendono alcuni operatori del servizio per catturare il randagio. Maria Teresa invano si oppone a quella cattura. Piange e implora pietĆ  per quella bestiola, ormai sua. Poi si accascia a terra, perde i sensi, non dĆ  piĆ¹ segni di vita. La madre e il fratello, allertati dalle amiche, scendono subito in strada e chiamano un’ambulanza. Maria Teresa ĆØ giĆ  spirata quando arriva al pronto soccorso dell’ospedale dell’Annunziata. La storia della piccola e del suo randagio “rapito” compare su giornali e tv nazionali, diventando esempio e testimonianza dell’amore offerto a tutte le creature, siano esse persone o animali. Un monumento oggi ricorda quella tragedia, conservando memoria della dodicenne Maria Teresa Gentile.