LE TERRE DI MAIA
Imponente, sontuosa, magnifica. Capolavoro della terra, la nostra sì cara Majella.
Monte imperituro, che come la leggendaria figlia di Atlante, abbraccia assieme alle sue sorelle questa quieta valle: un abbraccio di sodalizio, un abbraccio materno; monte che, come una madre, dimostra bontà come anche naturale irrequietezza.
Ahi sia maledetto il gelo pungente che nei tempi che furono privarono Maia della salvezza del figlio, ahi sia maledetto. Maia, donna pia, madre disperata, che lasciasti le tue spoglie su questo monte a te omonimo, che vi peristi con sommo dolore piangendo il trapasso del sangue del tuo sangue; guarda ora i figli che questa roccia protegge, sostiene, disseta, nutre, educa; odi ora queste mie parole che nella tua valle riecheggiano e ne cantan’ la bellezza.
Valle fertile, valle ricca, valle sacra: oh mia Valle Peligna, che con magistrale silenzio operi bontà, bontà equa, bontà vera. Terra vergine di inviolata bellezza: possano il sole e la luna risplendere gaiamente sulle tue valli, possano i fiumi scorrere come una mano tesa ad una amorevole carezza; possano gli animali e le piante prosperare e rinvigorirti. Possa l’uomo imparare ad amarti, ad apprezzarti, a custodirti e, specialmente, a ringraziarti.
Questa è la mia valle.
Questa è la mia casa.
Alessandro Lavalle
Nelle terre di Maia non può che esserci la MAIELLA, non la Majella. Anche il Parco ha dovuto ripristinare il corretto oronimo MAIELLA in vece del mostriciattolo Majella
Complimenti.