È MORTO FERNANDO RANALLI

Fernando RANALLI non ce l’ha fatta. Troppo gravi i traumi riportati nell’incidente stradale che lo ha visto sfortunato protagonista nella serata di ieri. Nonostante i medici dell’ospedale di Sulmona hanno fatto tutto il possibile per strapparlo alla morte, il suo cuore ha cessato di battere poco prima delle due di questa notte. RANALLI aveva 70 anni e lascia la moglie Antonietta e i figli Antonio e Andrea e tre nipotini tutti legatissimi al caro nonno. Erano le 20 di ieri quando RANALLI in sella del suo scooter stava tornando da Rivisondoli dove aveva passato un’allegra giornata in compagnia di amici. Con lui il fratello e altri due amici, ognuno in sella alla propria moto quando, percorrendo la statale 17 tra RoccaPia e Pettorano, dietro di loro è arrivata una Mercedes a forte velocità condotta da un 77enne di Teramo. In quel momento in senso contrario proveniva un’altra auto e forse proprio per evitare lo scontro frontale che il conducente della Mercedes sarebbe rientrato nella sua corsia travolgendo lo scooter sul quale viaggiava RANALLI. Nell’urto RANALLI è finito rovinosamente a terra e poi contro il muro di contenimento che delimita la strada. Un impatto violento che gli ha provocato un grave politrauma cranico e un’emorragia all’addome. La situazione è apparsa subito disperata  agli occhi dei soccorritori con il 70enne che  ha perso conoscenza. Una corsa contro il tempo con i medici dell’ospedale a tentare l’impossibile per bloccare la devastante emorragia interna provocata dall’impatto con l’asfalto. Purtroppo tutto è risultato vano. Sul posto per i rilievi del caso anche la polizia stradale di Castel di Sangro che dopo aver sequestrato i mezzi coinvolti nell’incidente ha aperto un fascicolo nei confronti del 77enne di Teramo per omicidio stradale. Con Fernando RANALLI  la città perde una delle sue persone migliori. Sempre pronto a dare una mano a tutti perché tutti lo conoscevano. Era un uomo buono. Presidente della Federazione provinciale di ciclismo da oltre trent’anni era l’anima del movimento ciclistico aquilano e non solo. Non c’era un evento e un’iniziativa che non vedeva il suo personale coinvolgimento e contributo. La morte è arrivata troppo presto per un uomo che aveva ancora tanto da dare.