“UN UOMO FATTO IN CASA”, ROMANZO D’ESORDIO PER IL GIORNALISTA FRANCO AVALLONE

La distopia, con il presagio di un mondo futuro sempre più funesto, prevedibile per le tante negatività del presente, è il movente del romanzo “Un uomo fatto in casa”, che segna l’esordio letterario del giornalista sulmonese Franco Avallone, già caporedattore regionale del quotidiano “Il Tempo”. Raccontare il presente, con storie a metà tra il vero e l’invenzione e guardare all’affacciarsi di un futuro inquietante, è il filo rosso del romanzo. Nell’anno sabbatico del lockdown Avallone ha pensato e concepito quest’opera letteraria giocata sull’intreccio di tre destini che però non si sfiorano nemmeno. Così in un mondo sottosopra, resta solo un sotto. Non c’è più un sopra. Il mondo di mezzo galleggia sul parallelo trentotto. Quello Nord. Tre destini e tre scenari di un mondo immaginario, quello che vivrà  tra oltre vent’anni, tra il 2047 e il 2048. “In Lapponia, dove tutto è nato, il direttore dello zoo più a nord del mondo. Il virologo musulmano cercatore di uomini in Marocco. In Italia lo scrittore che aveva deciso di chiudersi in casa cinque anni prima che lo facesse il terribile virus. In un pianeta misteriosamente diviso da un parallelo tutto sembra finire la domenica di pasqua. Del 2048. Il romanzo mostra come attraverso un racconto incastrato con fatti realmente accaduti e personaggi immaginari, sia possibile plasmare falsi d’autore. Credibilissimi. Ma nello stesso tempo che forse è meglio costruirsi una vita verosimile. Falsa porterebbe alla follia. Meglio un mondo a metà, tra fantasia e verità. Magari disconnesso per un po’. Una distopia, una contro utopia. Una rappresentazione terrificante del futuro, ma prevedibile sulla base di tendenze del presente sentite come altamente negative. Un presagio di vita spaventoso. Come la realtà”. Ma lo stesso autore, nel prequel, suggerisce “corsi e ricorsi” della storia. Un lockdown il mondo lo ha già vissuto, quello provocato dall’austerity nel 1973, in epoca di crisi petrolifera. Anche quello fu momento di privazioni e di restrizioni che hanno segnato la storia. Il libro è pubblicato dalla Mac edizioni di Massimo Colangelo. Il progetto grafico è di Andrea Padovani e la foto di copertina di Luca Del Monaco. Il romanzo sarà presentato mercoledi prossimo, 28 luglio, alle 18, nella stupenda cornice della Grancia dei Celestini. Interverranno tre amici dell’autore: Stefano Pallotta, presidente dell’Ordine dei Giornalisti d’Abruzzo, Antonio Carrara, sindaco di Pettorano sul Gizio, già presidente del Pnalm e Antonio Di Fonso, docente di Lettere nel Liceo scientifico “Fermi” di Sulmona. L’incontro avverrà all’aperto, nel rispetto delle norme anticovid.