IL DIARIO DI SOLIMO: 2 LUGLIO 1906, ORAFO PER DUE PAPI

Fabio Maiorano – «Sulmona ebbe nel medio evo una scuola fiorentissima di oreficeria, che si protrasse per vari secoli (…). Di tale scuola sono certa prova i nomi di orafi ed argentieri, in numero sterminato, rinvenuti nelle carte dei nostri archivi, nei catasti, nelle memorie di private famiglie; l’esistenza di una corporazione, che amministrava giustizia nell’interesse dalla classe degli orefici ed argentieri, come appare da una pergamena del 1458; le opere disse minate dentro e fuori l’Abruzzo, in Inghilterra, in Francia, in Germania (…). Or di questo gran numero di lavoratori in metallo pochi insigni nomi ci pervennero, tra i quali il Ciccarello, autore del famoso calice della nostra Cattedrale, e forse pure del pastorale, regalato da Innocenzo VII; e Nicola Piczulo, che rifece il marco per segnare i vasi d’oro e d’argento
che qui si lavoravano per concessione di Ladislao, a richiesta dell’Università di Sulmona. Abbiano noi avuto la buona ventura di trovarne un altro, e dei più antichi e valenti, come quegli che dimorò più anni nella Corte di Avignone, esercitandovi l’arte sua: Mastro Nicola di Tommaso di Sulmona»: così scriveva mons. Giuseppe Celidonio sulla rivista
Italica del 15 gennaio 1907 (anno I, nn. 21-22) riportando questa notizia apparsa l’anno prima – luglio 1906 – sulla Rivista Napoli Nobilissima (volume XV, fasc. VII). «Mastro Nicola comparisce quale testimonio nel processo
pro episcopo Valevensi contra Aquilanum, svoltosi in Avignone dal 1350 in su, per lo smembramento della diocesi Valvense; grosso codice, preziosissimo, della Cattedrale di sulmona, del secolo XIV (…); l’esame di testimoni si fece nel
1358» riprende il Celidonio «e quelloo di Mastro Nicola il 5 giugno (…) e dà infine le sue generalità:
Testis est aetate lX anno rum et ultra: Argentarius est et lucratur et ducit in romana Curia (c’era allora in Avignone)
satis competenter vitam suam. Venit ad romanam Curiam causa lucrandi de arte sua praedicta (…). Mastro Nicola era già in Avignone nel 1348, anno mortalitatis, ne ripartì per accompagnare il quivi confermato vescovo Landolfo,
fino a Sulmona (…). Lo ritroviamo in Avignone, e nella corte papale, nel giugno del 1358; ed attesta che altra volta vi era stato tre anni continui, dove lucrava molto bene: satis competenter(…). Quindi fu l’argentiere di due pontefici: Clemente VI (1342-1352) ed InnocenzoVI (+ 1362). Nel 1358 attesta di avere anni più che sessanta. Era nato quindi verso il 1298».