MATURITA’ ACERBA

Alessandro Lavalle – Proprio qualche giorno fa ho sostenuto il tanto controverso, almeno nelle circostanze correnti, esame di maturità. Dal 25 Giugno sono considerato, dunque, una persona matura dal punto di vista culturale oltre che legale (avendo compiuto i 18 anni di età). Tuttavia interfacciandomi con la pletora di personalità giovanili, mie coetanee, mi sono ritrovato a pormi la domanda su cosa davvero rendesse “matura” una persona.

La definizione percettiva del termine sembrerebbe indicare come “matura” una persona capace di contribuire in qualche modo alla società, una persona produttiva; una definizione che in parte coincide con quella di “persona indipendente”, emancipata dalla sorveglianza familiare.

In vero il significato di maturità è assai più profondo, un significato che va al di là della produttività e dell’indipendenza. Essere persone mature non dipende innanzitutto dall’età, il rubicone legale dei 18 anni di età – si sa – è solo una mera convenzione; non dipende inoltre dal titolo che si consegue tramite la scuola, anche se in effetti circoscrive meglio la maturità essendo un titolo derivato dalla cultura dell’individuo; dipende invece da quanto una persona è capace di ragionare, di pensare in modo originale, di formulare pensieri unici e di saperli sostenere o rielaborare.

Una mente aperta, una mente indipendente, una mente che sa quando sbaglia e che ne accetta attivamente le conseguenze è una mente matura. Non esiste un’età certa o un titolo che può confermare questa maturità che vi descrivo, capita senza preavviso o ragione apparente: in casi rari può essere una caratteristica innata o più comunemente un’abilità che si acquista con il tempo o in altri casi ancora una peculiarità che non si ottiene mai. Non mi definisco, nella mia ridicola conoscenza su questo o qualsiasi altro argomento, un giudice in materia: espongo solo i miei personali indicatori – a cui faccio caso – che distinguono ai miei occhi una persona matura da una immatura.

La maturità non è un obiettivo bensì un viaggio: un viaggio lungo, pieno di svicoli, incroci, deviazioni, vicoli ciechi che però manca di un arrivo. A mio parere nessuno è mai totalmente maturo: la maturazione – per definizione – è un passaggio di stato, un divenire che nel nostro caso non smette mai; ciò che distingue i maturi dagli immaturi non sta nel loro status quo, bensì la persona matura sa che esisterà sempre qualcosa che non riesce a comprendere, ed è in questa coscienziosa ignoranza che essa cresce e carpisce con continua curiosità ciò che la circonda. Come disse Socrate il vero “sapiente” è colui che sa in cuor suo di non sapere niente.