IL DIARIO DI SOLIMO: 24 GIUGNO 1346, STRADE INCATENATE

Fabio Maiorano – Una storia così singolare e affascinante, da sembrare quasi inverosimile; invece è una storia vera, una storia che merita di essere raccontata pur se orfana della data. In verità, se ne conosce l’anno, il 1346, e se ne conosce la protagonista, la regina Giovanna, e come tutte le storie che somigliano alle favole potrebbe cominciare con il più classico dei “c’era una volta” la regina Giovanna I d’Angiò che nel 1346, [il 24 giugno l’ho inventato io, di sana pianta], concesse ai sulmonesi la licenza di porre le catene di ferro allo sbocco delle vie per rinforzare le difese della città. Il documento n. 156 del Codice Diplomatico sulmonese, raccolto da Nunzio Federigo Faraglia, recita solo questa breve frase:«Universitatis Civitatis Sulmone licentia posse concatenare catenis ferreis stratas dicte Civitate pro
defensione ipsius» ma quale fosse l’uso di quelle catene lo spiega l’umanista Ercole Ciofano nell’opera dedicata a sulmona nel 1583: «a capo di ciascuna via ha grandi catene di ferro, segnate da colpi di spada: tendendole, i nostri concittadini se ne servivano un tempo per impedire agli aggressori a cavallo di far scorrerie o altre violenze solite. Ed una di queste catene, oggi raggomitolata, pende dal muro della mia casa che è sulla via pubblica detta le case pente». Così ne scriveva lo storico; quella catena è purtroppo sparita da tempo, ma proprio di fronte all’abitazione
del Ciofano, sul cantonale di via Stella, si scorgono ancora le tracce ben visibili dei solchi scavati nella pietra dalle ma-glie delle catene che, di giorno, venivano ancorate sul cantonale, in orizzontale. Altri cantonali “segnati” dalle catene si possono vedere sul cantonale di palazzo Tabassi (tra via Ciofano e via Corfinio), sul cantonale di palazzo Mazzara (tra l’omonima strada e via Peligna), in via Acuti, via Quatrario e via Angeloni. Frammenti di catene e catenacci arrugginiti resistono ancora in corso Ovidio, angolo via Panfilo Mazzara, su palazzo Anelli in via Margherita, in piazza Plebiscito (angolo via Panfilo Serafini), in via Corfinio, sul cantonale di palazzo Tabassi.

One thought on “IL DIARIO DI SOLIMO: 24 GIUGNO 1346, STRADE INCATENATE

  • Interessante sotto vari aspetti, in particolare il riferimento al Codice Faraglia. Grazie.

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