IL DIARIO DI SOLIMO: 18 GIUGNO 1863, I TESTIMONI SUPERSTITI

Fabio Maiorano – Costruito nel 1490 al centro di uno stupendo quadrilatero monumentale – fontana del Vecchio, porta Salvatoris, complesso absidale di S. Francesco e acquedotto svevo – il Palazzo Pretorio spiccava per le sue forme sobrie ed eleganti. Così lo descrisse Pietro Piccirilli che ebbe modo di ammirarlo, ma anche di assistere al progressivo decadimento e alla conseguente demolizione, decisa dal decurionato il 18 giugno 1863 per liberare il sito nel quale si sarebbe innalzato il nuovo palazzo Pretorio: «La fronte presentava, al piano terreno, un portico formato da due vaste arcate ogivali separate da un pilastro e forse chiuso ai lati; sull’asse del pilastro stava la statua, con la mensola poco più su del capitello e la testa all’altezza del sommo degli archi. Al piano superiore due bifore architravate rinascimentali, e nello spazio intermedio un grande stemma della città»: lo stemma civico e la statua
quattrocentesca di Ovidio sono i soli reperti superstiti; si fanno compagnia, l’uno accanto all’altra, nell’atrio di palazzo dell’Annunziata.