“NELLA VERA STORIA IO C’ERO”, IL MARESCIALLO MALVESTUTO E I SUOI ANNI IN PRIMA LINEA CONTRO LA MAFIA

Entro l’estate sarà pubblicato e presto in libreria “Nella vera storia io c’ero”, un libro scritto dal maresciallo dei Carabinieri, Cesare Malvestuto. Parte del ricavato della vendita sarà devoluto in beneficenza per gli orfani dei caduti dell’Arma dei Carabinieri. Nel suo libro Malvestuto ripercorre le tappe principali della sua carriera spesa al servizio dello Stato, vivendo in prima persona momenti che fanno parte della storia del Paese, accanto a personaggi che ne sono protagonisti. Il maresciallo sulmonese ha fatto del suo servizio nell’Arma il motivo fondante della propria vita, come centinaia di altri Carabinieri, Poliziotti, Magistrati e Giornalisti, che nel silenzio offrono tutto se stessi per la salvaguardia dei diritti dei cittadini e della democrazia. “Sono uomini che hanno vissuto o vivono fino in fondo il loro servizio allo Stato, e che contribuiscono a mantenere l’ordine pubblico e la salvaguardia della libertà, che è un diritto ineluttabile dell’umanità – sottolinea Malvestuto – La loro misura è il silenzio e la quotidianità“. Nato a Sulmona, il 14 settembre 1948, Malvestuto si arruola nell’Arma il 6 Settembre 1968. Dopo il suo iter da allievo, il 5 dicembre 1970, “per esigenze di servizio, dovute alla guerra di mafia che era in corso in Sicilia, molti giovani Carabinieri furono destinati alla Legione Carabinieri Sicilia”, la cui sede era a Palermo e al comando della quale, proprio in quegli anni c’era il Colonello Carlo Alberto Dalla Chiesa, già negli anni Quaranta Capitano a Corleone. Il trasferimento del giovane Malvestuto a Palermo fu il modo di “dare man forte a quei colleghi che erano impegnati in Sicilia per contrastare la lotta contro la Mafia. Mafia che, negli anni settanta, stava rialzando la testa per porre in essere il suo dominio con stragi ed efferati omicidi”. Il maresciallo sulmonese arriva nel capoluogo siciliano proprio nell’anno in cui avvengono i primi assassini eccellenti compiuti dalla criminalità mafiosa. Nel ’70 scompare, per lupara bianca, il giornalista Mauro De Mauro. Malvestuto arriva a Palermo con un bel viatico, quasi un dono spirituale che lo accompagnò per i decenni successivi, e in più gli diede la forza di sopportare ciò che i suoi occhi avrebbero visto e le sue orecchie avrebbero udito. Dopo l’apprendistato nelle squadriglie di Monreale e Corleone, in cui si misura con la paura, il maresciallo Malvestuto inizia con l’esperienza alla Caserma Carini, la sede del Comando Gruppo dei Carabinieri di Palermo, sotto la guida di due uomini che gli saranno guida e maestri, la sua concreta vita professionale. “Il Colonnello Giuseppe Russo ed maresciallo Vito Ievolella sono tra quelli che la mafia si è tolta di mezzo, ma ho imparato proprio da loro il coraggio, l’astuzia, la pazienza, l’acume professionale e l’amore per la vita e per la giustizia” racconta Malvestuto, che nella sua lunga e non facile esperienza ha conosciuto tutti quei grandi uomini che, con la loro vita hanno combattuto Cosa Nostra. “Per questo posso essere onorato di aver condiviso con questi uomini il mio lavoro, arricchendo al loro fianco la mia grande esperienza da Carabiniere” sottolinea Malvestuto. Una grande, toccante e significativa testimonianza quella che il maresciallo Malvestuto racconta nel suo libro, indicando la strada della giustizia, dell’onestà, dell’onore e dell’alto senso del dovere. Il suo racconto, appassionante e a tratti drammatico, insegna che, anche nel silenzio, lontano dai riflettori, si fa la storia e si contribuisce a fare l’antimafia.