IL DIARIO DI SOLIMO: 10 GIUGNO 1899, E LUCE FU

Fabio Maiorano – Le strade, quella sera, brulicavano di gente; in molti erano giunti anche dalle frazioni e dai paesi vicini. Il sole era tramontato da tempo e le ombre della sera cominciavano ad allungarsi sui muri delle case, nei vicoli, lungo le strade; lā€™aria era tiepida e densa dā€™attesa, dovunque si scorgevano atmosfere di festa, di straordinaria animazione, di comprensibile eccitazione per quellā€™evento epocale: la luce elettrica. In piazza Maggiore, da pochi anni ribattezzata col nome di Garibaldi, troneggiavano due enormi lampadari; altri erano stati montati lungo il corso Ovidio e nello slargo dellā€™Annunziata. Ā«Riparati tutti i guasti allā€™officina, le dinamo cominciarono ad agire fin da lunedƬ scorsoĀ» si legge nelle cronache del settimanale Il Pettine n. 11 del 10 giugno 1899; il resoconto prosegue informando che Ā«ieri venerdƬ, la corrente elettrica fu trasmessa ai trasformatori in CittĆ , e stamane a mezzogiorno, tutte le lampadine erano giĆ  in istato di incandescenzaĀ». Ad un tratto, tutti volsero lo sguardo in alto: erano passate da poco le ore ventuno e le sfere di vetro presero a colorarsi di rossastro, poi diventarono pian piano biancastre, e infine si tinsero di un bianco abbagliante. Di colpo, molti angoli della cittĆ  sā€™illuminarono come dā€™incanto, case e strade sembravano risplendere; erano radiosi anche i visi della gente che continuĆ² a passeggiare fino a tarda sera, non stancandosi di commentare lā€™arrivo della modernitĆ  e la fine dei cari e vecchi lumi a petrolio…