“FERMATE IL PROGETTO SNAM”, DODICI ASSOCIAZIONI LO CHIEDONO AL GOVERNO

Sono in tutto dodici le associazioni, 10 nazionali e 2 regionali, che chiedono al Governo di bloccare il progetto Snam di costruzione di una centrale di compressione a Sulmona e di realizzazione del metanodotto ā€œLinea Adriaticaā€ di 425 chilometri da Sulmona a Minerbio (BO) e chiedono sostegno, alĀ riguardo, anche ai parlamentari eletti in Abruzzo. Il 28 maggio scorso le dodici Associazioni hanno inviato una lettera dettagliata al presidente del Consiglio Draghi e ai ministri della Transizione Ecologica Cingolani, dello Sviluppo Economico Giorgetti, della Cultura Franceschini e della SanitĆ  Speranza. Nel testo le Associazioni evidenziano lā€™inutilitĆ  delle due nuove infrastrutture e le numerose criticitĆ  di un progetto che, se realizzato, avrebbe un impatto notevolissimo sullā€™ambiente, sulla salute, sulla sicurezza e sulle economie dei territori attraversati. Lā€™ intera opera, inoltre, ĆØ in aperto contrasto con gli impegni assunti dallā€™Italia a livello internazionale nella lotta contro i cambiamenti climatici.Ā Il documento ĆØ firmato dai presidenti nazionali di Mountain Wilderness, WWF, Greenpeace, Italia Nostra, Pro Natura, LIPU, Altura, Gruppo di Intervento Giuridico, Salviamo lā€™Orso e Rewilding Apennines e dai Presidenti regionali di Club Alpino Italiano e Dalla parte dellā€™Orso. Ā “Lā€™Italia non ha bisogno di nuovi gasdotti e di nuove centrali. Le infrastrutture esistenti sono giĆ  sovradimensionate rispetto al consumo interno di metano che, secondo il Piano nazionaleenergia e clima (PNIEC) e secondo le previsioni della stessa Snam, nei prossimi anni ĆØ destinato a scendere in modo significativo in tutta Europa in applicazione dellā€™Accordo di Parigi che ha come obiettivo il completo abbandono delle fonti fossili, gas compreso, entro il 2050. Lā€™inutilitĆ  del metanodotto ā€œLinea Adriaticaā€ e della centrale di compressione di Sulmona ĆØ sostenuta anche dallā€™ENI e dallā€™Anigas (lā€™associazione, aderente a Confindustria, delle imprese che rivendono metano). I costi delle due inutili opere, pari ad un miliardo e 900 milioni di euro, verrebbero pagati dai cittadini italiani attraverso la propria bolletta energetica e graverebbero sulle generazioni future per i prossimi 50 anni” sostengono le dodici associazioni. “Il tracciato del metanodotto corre lungo lā€™Appennino centrale attraversando i territori piĆ¹ altamente sismici del nostro Paese giĆ  colpiti dai disastrosi terremoti dellā€™Aquila del 2009 e dellā€™Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo del 2016-2017. Anche la centrale di compressione di Sulmona ĆØ collocata in unā€™area di massima sismicitĆ . Il metanodotto interessa in modo diretto o indiretto Parchi nazionali e Regionali e numerose aree protette del programma europeo Natura 2000. La sua realizzazione provocherebbe uno sconvolgimento devastante degli ecosistemi e degli equilibri naturali dellā€™Appennino, del patrimonio forestale e degli habitat della fauna protetta, in particolare dellā€™Orso bruno marsicano.Ā  Basti considerare che gli sbancamenti necessari per lā€™apertura delle piste di accesso e per lā€™interramento del gasdotto comporterebbero lā€™abbattimento di almeno cinque milioni di alberi. Sarebbe una perdita gravissima, in molti casi irreversibile, del nostro Capitale Natura, del tutto incompatibile con i programmi di tutela e valorizzazione ambientale della Regione Verde dā€™Europa; un capitale che ĆØ invece doveroso proteggere nellā€™interesse delle popolazioni di oggi e del futuro. Anche la centrale di compressione di Sulmona ĆØ collocata in unā€™area di elevato valore ambientale, paesaggistico e archeologico, in uno degli ingressi al Parco Nazionale della Majella. Una relazione scientifica redatta da due Parchi (Majella e Abruzzo Lazio e Molise) e dalla Riserva Regionale Monte Genzana-Alto Gizio attesta che lā€™area di Case Pente, dove la Snam intende costruire la centrale,Ā  ĆØ di fondamentale importanza – sia come corridoio faunistico che come sito di alimentazione – per la tutela dellā€™Orso bruno marsicano (Ursus arctos marsicanus), specie protetta ad altissimo rischio di estinzione” ricordano. Secondo le associazioni il progetto ĆØ “anacronistico e in contrasto con una vera transizione ecologica che abbia come finalitĆ  la tutela della vita sul pianeta Terra. Chiedono per questo di fermare lā€™iter autorizzativo della centrale e del metanodotto e di sottoporre le due infrastrutture a una nuova Valutazione di Impatto Ambientale (quella esistente risale a 10 anni fa) e a una nuova Valutazione di Incidenza che prenda in esame la presenza dellā€™Orso, mai considerata fino a oggi. Chiedono, inoltre, che lā€™autorizzazione per lā€™esercizio della centrale (AIA) venga sottoposta a riesame e che lā€™intera opera venga assoggettata a una analisi spese/benefici che comprenda anche i costi che incidono sul cambiamento climatico e sullā€™ambiente, nonchĆ© quelli per la salute e le economie locali. Le associazioni chiedono inoltre al Governo uno specifico incontro al fine di approfondire le tematiche inerenti il contestatissimo progetto della Snam”.