ODIARE PERCHE’ SI PUO’ ODIARE

Alessandro Lavalle – Recentemente sono avvenuti due eventi radicalmente distinti; diciamo due particolari avvenimenti che hanno lasciato un po’ il segno. In ordine cronologico: la vittoria della band dei Måneskin all’Eurovision 2021 e le 14 morti, tra bambini e giovani coppie, nell’incidente sulla funivia accaduto in Piemonte giorni fa.

Nella mente di alcuni individui, a mio parere assai confusi, questi due avvenimenti hanno avuto una sorta di correlazione morale. E’ dunque, a questo punto, necessario premettere che la vittoria del gruppo Italiano durante la suddetta competizione musicale ha causato non poco risentimento negli accaniti fan di musica di nazionalità Francese, i quali sentono che la loro vittoria gli è stata rubata da noi italiani (pare per un singolo punto).

A quanto dicono alcuni di questi fan francofoni, l’incidente piemontese e le relative morti, sono – e qui cito – “una giusta punizione del karma” e sottolineano “Dio è felice quando gli italiani muoiono”.

Mettendo da pare il mio – come quello di molti altri – immenso e giustificato sdegno nei confronti di gente tanto deformata da gioire delle morti altrui, a cui nessuna risposta è adatta se non provvista di turpiloquio, tenterò – nei limiti delle mie possibilità – di trovare una risposta quantomeno indelebile da consegnare elegantemente a tutti coloro che hanno questa mentalità perversa.

Dopo aver letto questi commenti di odio è necessario premettere l’immensa infantilità che vi si cela dietro: sintomo di una mentalità assai ristretta e bambinesca che – probabilmente – è ancora rimasta ancorata ai ricordi della pre-adolescenza; una mente avvelenata da un profondo odio per se stessa che riversa sul mondo intero, sempre in cerca di un capro espiatorio per i suoi errori, per le sue insicurezze.

Stiamo parlando di gente che scorge “giustizia divina” nella morte di persone innocenti, di italiani che non erano colpevoli di nulla se non di aver scelto di imbarcarsi su quella funivia quel fatidico 23 maggio; celebrare la loro dipartita è un atto barbarico di proporzioni titaniche, una dimostrazione di codardia – essendo rifugiati dietro uno schermo – e di profondo rancore ingiustificato.

Sono solo un gruppo di spregiudicati presuntuosi che pensano di essere ognuno il centro del loro insignificante universo, ignoranti ed irrispettosi nei confronti di persone che nella loro gaia normalità non facevano male a nessuno: sono persone che con le loro parole, i loro pensieri, infangano la memoria di quelle 14 che sono decedute.

Si cela, in sostanza, dietro i loro discorsi una notevole ipocrisia, in particolare nel funzionamento stesso del loro “santo” karma: se semini male raccoglierai solo male; e quanto male hanno seminato quegli stolti in poche parole, in quei miseri “tweet”; quanto odio hanno sparso nei loro campi, odio che non aspetta altro che l’inevitabile momento della raccolta.

Queste persone, queste imitazioni di persone, sono un monito per tutti della malvagità dell’uomo, dello sprezzante e scellerato odio che la nostra specie prova per i suoi simili; sono un monito per noi, se davvero siamo persone con un cuore, di ciò che non dobbiamo mai essere.

A tutti coloro che parlano di “karma”, di “giustizia divina”, insomma, dico: sperate con tutto il cuore che Dio non vi abbia veramente sentito… per il vostro bene.