IL DIARIO DI SOLIMO: 12 MAGGIO 2013, CELESTINO TORNA NELLA SUA SULMONA

Fabio Maiorano – Dopo quattro anni di attesa, il bronzo dedicato al Santo eremita è stato finalmente sistemato nel piccolo slargo tra corso Ovidio, via della Pace e vico Spezzato, al borgo di S. Maria della Tomba; a tutto merito del Commissario Prefettizio Giuseppe Guetta il quale, nel giro di pochi giorni, ha sciolto tutti i nodi che per anni avevano impedito la posa e l’inaugurazione del monumento, dono del Comitato “torna a casa Celestino” all’amministrazione
comunale (sindaco Fabio Federico) fin dalla primavera del 2010, alcuni mesi prima della visita in città di papa Benedetto XVI. In concomitanza dei 700 anni della sua canonizzazione, annunciata ad Avignone il 5 maggio 1313, S. Pietro Confessore torna finalmente nella “sua” Sulmona, nel cui territorio Pietro Angelerio aveva vissuto per più di sessant’anni prima di salire sul soglio pontificio col nome di Celestino V. La scelta di vivere su queste montagne è stata libera e voluta, dunque Pietro di Angelerio ha scelto con la mente e col cuore di essere sulmonese, ha voluto appartenere a questa comunità, sebbene nato altrove; del suo desiderio, tutti i sulmonesi devono essere fieri e orgogliosi. In quest’ottica, la statua di bronzo è il riconoscimento, seppure tardivo, dell’autentica “sulmonesità” di un
uomo e di un santo che ha voluto chiamarsi “del Morrone” proprio per connotare la sua intima appartenenza a questa terra. La statua di bronzo, a grandezza naturale, è opera dello scultore sulmonese Michele De Santis; è stata benedetta da mons. Angelo Spina, vescovo di Sulmona e Valva, alle 12,30 di domenica 12 maggio, presenti anche i componenti del Comitato – tenaci promotori del monumento – e i titolari della fonderia Cavallari di Roma.
La domenica successiva, ricorrenza dei 717 anni della morte di papa Celestino V, alla base del piedistallo è stata deposta una corona.