IL DIARIO DI SOLIMO: 3 MAGGIO 1991, DELITTI IN FOTOCOPIA

Fabio Maiorano – «Era uscito da quattro mesi dal carcere dopo aver scontato una lunghissima pena (di-
ciannove anni di reclusione) per l’omicidio della moglie, Bianca Biancardi. E ieri pomeriggio, probabilmente con la stessa follia omicida che lo accecò in quel lontano 14 febbraio 1971, ha ucciso ancora. Stessa tragica ora, le 17, stessa palazzina in via Avezzano n. 6, stessa drammatica sequenza: con un revolver ha assassinato, sparandole a bruciapelo due colpi calibro 38 in testa, la donna con cui sembra avesse una relazione, la donna della quale si era invaghito ma che non ha esitato ad ammazzare davanti a due testimoni. Pochi mesi di libertà e per Luigi Di Sarra, 58 anni, le porte del carcere si sono spalancate di nuovo. Luigi di Sarra, detto “lo schizzo”, è accusato dell’omicidio della cinquantaseienne Maria di Ramio, una vedova che abitava nella stessa palazzina popolare al rione Cappuccini»: così,
sulla pagina abruzzese del quotidiano Il Messaggero, il “mio” resoconto su quell’inaudito fatto di sangue, un «imprevedibile momento di follia, la stessa terribile furia omicida» prosegue la cronaca «che vent’anni prima aveva armato la sua mano contro la moglie, “giustiziata” con la pistola sull’uscio di casa, proprio in quella stessa palazzina in via Avezzano n. 6. (…) Un omicidio brutale, un gesto di follia consumato davanti agli occhi di due testimoni, un assassinio insensato e senza un movente ben preciso, almeno così riferiscono i vicini di casa». Luigi Di Sarra, detto
lo schizzo: una vita balorda, in gran parte bruciata in carcere. Nel 1971, pazzo di gelosia, fredda la moglie sparandole due colpi in testa; vent’anni dopo uccide nello stesso modo la vedova del piano di sotto perché gli aveva rifiutato un
bacio. Follia assassina in fotocopia.