SAN COSIMO, GLI STUDENTI: FESTA E DIVERTIMENTO….”SICURO”

Alessandro Lavalle – Scrivo questo breve articolo per fare chiarezza riguardo un aspetto degli avvenimenti di venerdì 5 marzo, festa dedicata a San Cosimo appena passata. Ci sono stati fraintendimenti circa il comportamento di noi studenti riguardo le modalità di ricreazione durante questa “festività” in tempo di epidemia; tutte argomentazioni che mancano del punto di vista di coloro che hanno effettivamente usato il 5 marzo come giorno di ferie: gli studenti stessi. Ebbene, la problematica del celebrare questa festa durante questo periodo critico non sta tanto nell’atto di partecipare in sé, bensì nelle precauzioni che si sono prese durante tutta la mattinata del 5 marzo; va detto, intanto, che il momento di festa ricopriva solo un arco di poche ore all’aperto; ed inoltre – almeno da quello che ho osservato – l’uso delle mascherine, l’osservanza dei distanziamenti e la scelta di luoghi all’aperto sono comportamenti più che conformi alle norme oggi vigenti. Le preoccupazioni per la creazione di un nuovo focolaio dovrebbero essere rivolte verso ben altre cause che non riguardano ciò che accade all’interno dei sicuri locali scolastici, bensì le naturali distrazioni della vita di tutti i giorni: gli ingorghi ed assembramenti durante l’uso di mezzi pubblici da parte di pendolari o quei momenti ambigui prima e dopo l’entrata e l’uscita da scuola, ovvero quando le misure precauzionali tanto care e giuste vengono rispettate solo parzialmente, o quelle sere in cui il traffico di persone in centro città è più denso del solito e vi sono contatti stretti involontari, o finanche le apparentemente innocenti rimpatriate tra amici e parenti. Nonostante sia stato un San Cosimo atipico siamo comunque riusciti ad accomunare divertimento e sicurezza: una festa ponderata e comunque spensierata. Ad altre ragioni va attribuita la non diminuzione dei casi di Covid-19: non c’è correlazione tra il fare qualcosa e l’aumento dei casi; è il come fai quel qualcosa che conta.