DPCM SU CHIUSURE LOCALI, RISTORATORI ABRUZZESI RICORRONO AL TAR LAZIO
In trentadue ristoratori abruzzesi ricorrono al Tar Lazio per l’annullamento del decreto del presidente del consiglio dei ministri (Dpcm) su chiusure di bar, ristoranti, pizzerie, in zona rossa e arancione. LegittimitĆ costituzionale, violazione della libertĆ di iniziativa economica e mancato ristoro delle perdite subite sono i fondamenti sui quali si poggia il ricorso.Ā Lāiniziativa ĆØ stata promossa dallāassociazione Aria Food presieduta da Valerio Di Mattia. Ad assistere i ricorrenti ĆØ stato chiamatoĀ lāavvocatoĀ Paolo Colasante, docente dellāUniversitĆ di Teramo,Ā Enzo Di Salvatore. āSi tratta di un ricorso molto complesso e articolato (piĆ¹ di 60 pagine), che poggia su piĆ¹ motivi ā si legge in una nota -. Anzitutto si sottolinea come la Costituzione prescriva necessariamente lāintervento della legge o dellāatto avente forza di legge per le limitazioni alle libertĆ anche economiche, escludendo che il Governo possa delegare con decreto-legge in capo al Presidente del Consiglio dei ministri o alle Regioni lāesercizio di questo intervento. Per questa ragione si chiede al TAR di sollevare questione di legittimitĆ costituzionale degli articoli 1, comma 1, e 2, comma 1, del decreto legge n. 19 del 2020 e dellāart. 1, commi 16-bis e seguenti, del decreto legge n. 33 del 2020 per violazione degli artt. 41, 70, 76, 77 e 138 della Costituzioneā.Ā āIn secondo luogo, si lamenta la violazione del ācontenuto essenzialeā della libertĆ di iniziativa economica dei ristoratori e la mancata previsione di un āserio ristoroā delle perdite subiteā.Ā I ristoratori hanno chiesto al Tar di āeffettuare il rinvio pregiudiziale alla Corte di giustizia dellāUnione europea ex art. 267 TFUE per accertare se il diritto dellāUnione europea osti a una normativa nazionale emergenziale, che comprima in modo significativo lāesercizio della libertĆ dāimpresa da parte della categoria interessata e che contestualmente non garantisca a questa un serio ristoro equivalente o pressochĆ© equivalente alle perdite subite; di rimettere anche su questo punto alla Corte costituzionale la questione di legittimitĆ costituzionale in relazione alla lettera v) dellāart. 1, comma 2, del decreto legge n. 19 del 2020, nella parte in cui non prevede che la sospensione delle attivitĆ sia essere accompagnata da misure di serio ristoro in favore dei ristoratori, nonchĆ© delle disposizioni che regolano la misura dei medesimi ristori, a causa della loro natura irrisoria: in entrambi i casi per violazione dellāart. 41 Cost., nonchĆ© degli artt. 4, comma 1, e 35, comma 1, della Costituzioneā.Ā Nel ricorso viene chiamata in causa anche la Regione che per i ricorrenti non avrebbe avuto legittima competenza nellāadottare misure ulteriormente restrittive.āSi chiede anche in questo caso che venga sollevata questione di legittimitĆ delle norme statali che consentano la loro adozione; lāeccesso di potere nella forma dello sviamento di potere e della irragionevolezza delle misure emergenziali adottate rispetto alle attivitĆ di ristorazione. Oltre a ciĆ², i ristoratori proporranno ricorso dinanzi al Tribunale civile (LāAquila) per il risarcimento dei danniā, conclude la nota.