IL DIARIO DI SOLIMO: 23 FEBBRAIO 1501, QUELLO SPIONE DI LEONARDO

Fabio Maiorano – Solimo si è dimenticato di annotare la data di questa storia. Credo che l’anno sia il 1501
poiché la vicenda si svolse quando Paolo Trivulzio, che era nato nel 1468, aveva 33 anni. A raccontarla è Leonardo da Vinci il quale, costretto a restituire le 350 lire imperiali anticipate dal duca di Milano, Ludovico sforza, per un quadro mai consegnato, accettò di accompagnare il mercante Paolo Trivulzio fino a Sulmona, per acquistare le coperte che, scrive lo stesso Leonardo, «tengono tante belle decorazioni fate cum a tanti disegni faticum a la lana roscia et verde et gialla et grigia et azzurra et nigra tutti questi disegni fanno fare a queste coperture per a sopra lo lecto una tanto bella figura et per a questo se vennono tanto». E in effetti le cronache confermano che Paolo Trivulzio comprò più di 500 coperte. Il viaggio, da Milano in Abruzzo, e viceversa, durava un paio di mesi ed era disagevole e pericoloso a causa dei lupi e dei briganti che «fanno lo attacco quando fa la nocte et tutte le persone stanno a dormire per questo lo messer Paulus Trivultio fa dormire a lo giorno queste persone che a la nocte tengono a guardare le carra et la mercantia che sta sopra a esse». A spiegare le ragioni del suo viaggio a Sulmona è lo stesso Leonardo, il quale confessa che «lo messer Paolus Trivulzio fa fare a me anco tanti dipinti fati sopra a lo chartone per le coperture per a sopra lo lecto che dopo fa arecopiare essi sopra a le coperture per a sopra lo lecto quando se fa fabbricare esse quando arriva a Solmona dove stanno le fabbriche…»: in poche parole, Leonardo disegnava i cartoni che poi, a sulmona, venivano inseriti nei telai per ottenere coperte con differenti trame e combinazioni di colori. Notizia indubbiamente strabiliante che, se da un lato c’informa che alcune coperte di lana lavorate a Sulmona “sarebbero” frutto del genio e della mano di Leonardo, dall’altro apre scenari inquietanti e pone legittimi interrogativi. Premesso che non sappiamo se in quell’occasione Leonardo venne a Sulmona, è invece certo che il mercante Paolo Trivulzio non si vide più da queste parti dopo il carico di 500 e più coperte. La ragione? Con la scusa dei cartoni, Leonardo ebbe modo di studiare e copiare i congegni e i meccanismi che muovevano i telai degli opifici di Sulmona e che in seguito ricostruì – o perfezionò – a Milano, gli stessi telai che è possibile ammirare nel Museo nazionale di scienza e tecnologia della città meneghina. Come dire: un caso di spionaggio industriale.