CENTRO AGGREGAZIONE GIOVANILE, VENTOTTO ASSOCIAZIONI CHIEDONO LA RIAPERTURA

“Auspichiamo che  il Centro giovani, compatibilmente con i vincoli  legati all’evolversi della pandemia, riapra al più presto riprendendo appieno  le sue attività e auspichiamo anche la costituzione di una “Casa delle associazioni” con l’augurio che le forze politiche che prossimamente si candideranno alla amministrazione della città segnino, sulle politiche giovanili e sociali, una netta discontinuità con il passato e assumano un preciso impegno per realizzare”. Ad auspicare la riapertura del Centro di aggregazione giovanile sono ventotto associazioni di Sulmona e del comprensorio peligno. “I recenti accadimenti che hanno interessato il servizio del Centro giovani hanno lasciato senza parole molte persone in città. Il grido di “allarme chiusura” lanciato dal coordinatore delle attività, Antonio Franciosa, sulla sua pagina facebook è rimbalzato sui social destando forte preoccupazione tra i più, soprattutto in chi quello spazio fino ad oggi lo ha lo frequentato e fatto vivere – sottolineano i firmatari dell’appello – Appare assurda e prevaricante la modalità di sgombero dei locali dopo che per lungo tempo gli stessi erano rimasti, nonostante ripetute richieste di intervento, senza l’uso dei servizi igienici e senza riscaldamento nella totale assenza, finora, di un dialogo e di un confronto aperto con chi il Centro lo ha reso attivo e al servizio della città. Così come nulla si è lasciato capire  sulle prospettive, gli obiettivi e le eventuali visioni di una amministrazione improvvisamente dimostratasi attenta alle necessità di un luogo che aveva dimenticato da anni. Appare quindi realistico pensare che, con un colpo di spugna, si volesse colpire chi da tantissimo tempo si ritrova nel Centro per discutere ed agire sui temi culturali e sociali, per la difesa dei diritti della nostra comunità e dell’ambiente, di chi dedica il proprio tempo e senza tornaconto personale a costruire il bene della città, di chi fattivamente si impegna a difendere questo territorio che ormai appare sempre più simile ad una terra di spoliazione ed i conquista”. Inoltre le associazioni criticano alcune dichiarazioni dell’assessore e vice sindaco Marina Bianco che ha ritenuto che nel Centro sarebbe stata violata la “neutralità politica e religiosa”. “Queste parole fanno capire come il concetto di “cittadinanza attiva”, raccomandato dal Libro Bianco (!) sulla Gioventù della Comunità Europea e da tutti i programmi europei sulle politiche giovanili sia assolutamente frainteso ma molto più probabilmente ignorato da chi amministra le politiche sociali in città” sostengono le associazioni, chiedendosi cosa possa significare neutralità politica, precisando che invece tutte le attività svolte in quel centro sarebbero state connotate sempre da correttezza assoluta. Per questo le associazioni parlano anche di clima censorio. Nè comprendono cosa si voglia intendere per neutralità religiosa. “E’ triste dover constatare che Sulmona non ha mai avuto una politica che favorisse l’associazionismo, la partecipazione, la crescita culturale, la solidarietà, l’inclusione. Le istanze di base non hanno mai trovato ascolto nelle diverse amministrazioni che si sono succedute alla guida della città. Al più esse hanno fatto proclami senza però far seguire progetti concreti ed efficaci, senza avere la benché minima visione di un futuro per i nostri giovani. L’assenza di spazi e di strutture è conseguenza del  vuoto di idee e di programmi. Il Centro giovani, insieme a tante associazioni,  ha cercato di supplire a questo vuoto” concludono le associazioni, in attesa che il Centro possa presto riprendere vita e fungere da Casa delle Associazioni.

 

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