
IL DIARIO DI SOLIMO: 19 FEBBRAIO 1953, BENZINA NEL SALOTTO CITTADINO
Fabio Maiorano – L’aumento dei veicoli, tra le due guerre e negli anni del boom economico, favorì l’apertura degli impianti di carburante; un distributore della Shell fu installato lungo il Corso, ai piedi dell’abside di S. Francesco della Scarpa, un altro anche nella centralissima piazza 20 settembre, proprio davanti all’ingresso del Gran Caffè, a confine con via Carrese. Del primo si conserva una foto, del secondo si ha notizia nella delibera di Giunta Municipale, la n. 147 del 19 febbraio 1953, con la quale la società Agip fu autorizzata a spostare le pompe «dalle vicinanze del Gran
Caffè al lato Rapone», lungo il marciapiede prospiciente l’ex teatro Caracciolo, che all’epoca sorgeva nel sito occupato oggi da una banca. Altri distributori di benzina spuntarono come funghi in tutti i quartieri del centro
città: in piazza Plebiscito; in piazza Vittorio Veneto s’installarono due impianti gemelli,
uno della Shell e uno dell’Agip; un altro impianto Shell fu attivato alla circonvallazione Occidentale, all’angolo con viale Roosevelt, mentre l’Api montò due chioschi: in via Pescara (sul retro della cattedrale) e in viale Mazzini, a ridosso del marciapiede a confine con piazzale S. Francesco di Paola; in piazza Garibaldi, invece, il Consorzio Agrario Provinciale realizzò “2 distributori di carburante con relativi serbatoi”; in piazzale Carlo tresca, quasi all’angolo con il corso Ovidio, s’insediò l’impianto della standard Italo-Americana Petroli, mentre la Petrolcaltex scelse l’area dinanzi al convento di S. Antonio; all’ABC Petrolifera Italiana furono rilasciate due concessioni, una in viale Patini, l’altra sulla circonvallazione Orientale; in anni più recenti, un distributore dell’Agip, gestito dall’Automobil Club d’Italia, fu attivo in piazza Brigata Maiella. Le cose cambiarono radicalmente negli ultimi decenni del Novecento, quando si vietò per legge la permanenza di quest’impianti nelle zone abitate, per ragioni di sicurezza; e così com’erano spuntate, le stazioni di servizio furono “esiliate” in periferia.