CGIL MANIFESTERA’ DAVANTI ALL’OSPEDALE A DIFESA DELLA SANITA’ PELIGNA

La Cgil torna a manifestare davanti ai cancelli dell’ospedale dell’Annunziata, lunedì prossimo, 8 febbraio, alle 10.30, come già fece nei mesi scorsi dopo l’annunciata chiusura del punto nascita. In proposito il sindacato ricorda che “gli innumerevoli proclami che il territorio della Valle Peligna è stato costretto ad ascoltare” ma in realtà “nulla è stato concretamente effettuato in termini di programmazione, progettualità ed investimenti su personale, tecnologia e strumentazione che avrebbe consentito un rilancio del Sistema Sanitario”. “Infatti, per quanto riguarda nello specifico il Punto Nascita Peligno, né sono state rimosse le ormai croniche e storiche criticità, né tanto meno sono state ascoltate le proposte del territorio – sottolinea il sindacato – L’azione di chiusura e ridimensionamento dei servizi sanitari rappresenterebbe un vero e proprio atto ostile nei confronti dell’intera comunità della Valle Peligna e dell’Alto Sangro, ma anche dell’intera provincia aquilana alla cui collettività sarebbe sottratto un servizio essenziale. Rappresenterebbe, inoltre, l’ulteriore perdita di valore di un territorio già da decenni attraversato da una grave crisi economica, sociale ed occupazionale. Sarebbe un atto gravissimo che avrebbe il solo risultato di accelerare il grave fenomeno di spopolamento delle Aree interne della regione”. “Sebbene sia sicuramente censurabile ed incomprensibile la decisione del Comitato Percorso Nascita Nazionale del Ministero della Salute, sappiamo che lo stesso Ministero, con l’ultima nota inviata alla Regione Abruzzo, evidenzia di nuovo una incompletezza dell’organico, rappresentando che il PN dell’Ospedale di Sulmona è attualmente caratterizzato da carenza di Risorse Umane e questa criticità è particolarmente evidente riguardo alla guardia attiva H 24, ai Ginecologi, agli Anestesisti e ai Pediatri, ossia a quei profili indispensabili per far fronte alle esigenze di un territorio così ampio. Lo stesso CPNN, inoltre, evidenzia un basso indice di attrattività e fidelizzazione riconducibile senza dubbio alcuno ai mancati investimenti da parte della politica regionale e della ASL 1. Una azione di disinvestimento che denunciamo da oltre un decennio e che assume la caratteristica dell’abbandono se pensiamo che negli ultimi anni non vi sono state nuove assunzioni né sono state acquistate nuove apparecchiature per l’erogazione di un servizio adeguato (Ecografi, Isteroscopi, Colposcopi, Letti parto, Cardiotocografi, ecc.).” prosegue la Cgil, ricordando che “da parte del territorio erano pervenute proposte di attivazione della cd “Casa Parto intraospedaliera”, ossia di una realtà che, avendo carattere di unicità in tutta la Regione Abruzzo, avrebbe potuto contribuire a restituire attrattività e dignità al territorio”.