IL DIARIO DI SOLIMO: 8 GENNAIO 1478, UNA CITTA’ COME REGALO DI NOZZE
Fabio Maiorano Non era mai successo, nella sua storia millenaria, che Sulmona fosse infeudata, cioè perdesse privilegi e prerogative di città regia, ovvero di “città libera”. Invece, quel triste giorno in principio di anno, l’8 gennaio 1478, la patria di Ovidio conobbe l’onta dell’infeudazione con l’annuncio, lapidario e inequivocabile, dato per iscritto ai sulmonesi da re Ferdinando I d’Aragona, più noto col nome spagnolo di Ferrante: «tra le altre Cita: terre: et lochi de quisto regno quali havimo deputati per Camera ala Ser. regina nostra multo cara et multo amata mogliere li havimo donata quessa Cita cum pleno dominio et Jurisdiccione tam in civilibus quam in criminalibus, mero: mixtoque imperio (…) et cum tucte nostre fiscali functione et omni altre intrate: fructi: et rediti». A prenderne possesso in
vece della regina Giovanna, si precisa nella lettera, sarà «lo amato nostro Misser Bartholomeo de veri Ambassiatore». Superfluo rimarcare che i sulmonesi non gradirono affatto di essere divenuti un “regalo di nozze” ma niente fu possibile per cambiare il loro destino e il futuro della città, da sempre città regia e libera: dopo secoli, la nobile
sulmona era stata “declassata” a signoria della regina Giovanna I, che da allora ne vantò il possesso e il titolo principesco, come si desume anche dai capitoli matrimoniali stipulati nella città di tudela, nella provincia spagnola di Navarra, il 5 ottobre 1476: «civitatem et castrum Sulmoni scum titulo principatus».