LEGGE URBANISTICA IMPUGNATA, OPPOSIZIONE: SI VUOLE CONTINUARE A CEMENTIFICARE IL TERRITORIO
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del ministro per gli affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha impugnato la legge 29 del 13/10/2020, della Regione Abruzzo “Modifiche alla legge regionale 12 aprile 1983 n. 18 (Norme per la conservazione, tutela, trasformazione del territorio della Regione Abruzzo), misure urgenti e temporanee di semplificazione e ulteriori disposizioni in materia urbanistica ed edilizia”, in quanto le disposizioni contenute in alcuni articoli sarebbero in violazioni di norme dello Stato che costituiscono norme interposte e risultano così invasive della potestà legislativa esclusiva dello Stato in materia di tutela dei beni culturali e del paesaggio di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione, abbassando altresì il livello della tutela dei predetti interessi determinando la violazione dell’articolo 9 della Costituzione, oltre a contrastare con norme di principio in materia di governo del territorio, in violazione dell’articolo 117, terzo comma della Costituzione”. Un’ipotesi, quella dell’impugnazione, già paventata dal centrosinistra con i consiglieri dei gruppi Pd, Legnini presidente, Abruzzo in Comune e Gruppo misto che avevano espresso la loro ferma contrarietà al progetto di legge. In particolare nella legge urbanistica impugnata era stato inserito e approvato un emendamento del vice presidente del Consiglio regionale, Roberto Santangelo, con il quale si regolamentano le strutture e i manufatti temporanei costruiti a seguito dei terremoti, le cosiddette “casette” per consentire ai Comuni delle aree dei crateri sismici 2009 e 2016, di “adeguare i rispettivi strumenti urbanistici, anche in deroga al limite di dimensionamento dei piani, al fine di ricomprendere in aree edificabili i lotti interessati da strutture e manufatti temporanei realizzati a seguito degli eventi sismici a condizione che gli stessi siano conformi ai titoli autorizzativi e/o comunicazioni previsti dalla normativa emergenziale emanata a seguito degli eventi sismici”. “È chiarissimo il vero scopo del progetto di legge: approfittare della congiuntura post-pandemica per cementificare ancora di più il nostro già oberato territorio e realizzare un tentativo di ‘testo unico’ che, però, si occupa solo di sistematizzare alcune precise questioni senza condividerle col settore e senza approdare a una visione strategica e complessiva”, accusano i consiglieri Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci, Americo Di Benedetto, Sandro Mariani e Marianna Scoccia.