IL DIARIO DI SOLIMO: 25 NOVEMBRE 1811, PANICELLI E PANNICELLI
25 novembre 1811
PANICELLI E PANNICELLI
Sentendo prossima la sua fine, Taddeo di Tomasso di Sulmona, «sanus mente et corpore», dettò il testamento al notaio Gerolamo di Francesco, il 19 febbraio 1592, nel quale chiese di essere sepolto presso l’altare dei “calzolari”, nella chiesa dell’Annunziata, e lasciò sei appezzamenti di terra al Pio Luogo con il patto che in perpetuo fosse distribuita una cacchia di pane agli abitanti di sulmona e quattro cacchie ai monasteri della città, a metà del mese di
gennaio. Gli amministratori dell’Annunziata tennero fede al legato e ogni anno, il 17 gennaio, giorno della festa di S. Antonio Abate, distribuirono panicelli ai poveri della città, radunati davanti alla porta posteriore del palazzo, non a caso detta proprio Porta Panicella; e vico Panicella fu chiamato il tratto finale di via dell’Ospedale. Sul cantonale del palazzo all’angolo di via Corfinio con via dell’Ospedale si può leggere ancora la scritta via Panicella, vergata a mano con la vernice rossa, che nel tempo si è però scolorita. La tradizionale distribuzione del pane ai poveri e ai bisognosi andò avanti per oltre due secoli, perché il 25 novembre 1811 gli amministratori del Pio Ente chiesero il consenso, accordato dalla Commissione Generale degli Ospizi il successivo 16 dicembre, di sospendere la distribuzione della «palata di pane a fuoco» e di destinare le risorse all’acquisto di vestimenti da distribuire alle giovani donne della città in stato di indigenza; il tutto, ovviamente, nel rispetto delle condizioni dettate nel legato del benefattore Taddeo di Tommaso che, invece, aveva stabilito per testamento di “distribuire” una panicella ad ogni povero, senza distinzione di sesso o di età…
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