23 NOVEMBRE, FIBONACCI DAY
di Alessandro Lavalle
Nella nostra arroganza adolescenziale ci capita, a volte, di dimenticare che siamo ancora sulla soglia del mondo; da inesperti, cerchiamo di costruire la nostra āstrada di mattoni dorati” per la favolosa “cittĆ di smeraldoā quale ĆØ la vita che ci aspetta. Tra i vari mattoni che noi abbiamo e usiamo per costruire questa strada ne troviamo uno che, a ragione o a torto, viene odiato o non vissuto nella maniera giusta piĆ¹ di qualunque altro: lāessere studenti.
La scuola ĆØ, senza ombra di dubbio, il luogo di formazione dellāindividuo-adolescente piĆ¹ importante, secondo forse solo alla famiglia; tra tutte le discipline che noi studenti ci ritroviamo, per voglia o per dovere, a studiare, il primo posto per la piĆ¹ incompresa e/o ripudiata spetta, a causa della sua intrinseca complessitĆ e interdisciplinarietĆ , alla matematica: non esiste luogo di apprendimento o di conversazione dove questa materia non venga percepita come scomoda e, con una non poca dose di pregiudizio, astrusa, incomprensibile, complicata. Questa percezione, venendo forse appena attutita, esiste perfino tra gli studenti della scuola simbolo di questa scienza: il liceo scientifico.
Eppure ancora non ci si rende conto di quanto la matematica ha fatto e, inevitabilmente, farĆ per lāumanitĆ .
Essa ĆØ lāessenza nascosta del mondo che fa da tramite tra lāuomo e lāuniverso da millenni; scienza madre delle scienze e vessillo di qualcosa che va al di lĆ della nostra attuale comprensione.
Sin dagli albori della matematica lāuomo inevitabilmente ha compiuto passi avanti: siano questi nellāarte, nella scienza, nella tecnica o perfino nella comprensione della natura umana. Tanto esplicativa quanto pragmatica, si ĆØ perfino guadagnata il posto tra la filosofia dei greci di altri tempi; il numero era ed ĆØ divenuto il mezzo di esplicazione del mondo, radicato in esso a tal punto da poter identificarlo come suo unico Dio progenitore.
Il cosmo ĆØ una melodia iniziata prima del concetto stesso del tempo, melodia che parla una lingua di numeri e calcoli che noi riusciamo a leggere grazie alla matematica e alle sue figlie. Una musica che abbraccia lāumanitĆ con lo stesso āamor che muove il sole e lāaltre stelleā; un dipinto di una natura tutt’altro che perfetta: una natura che tende allāequilibrio entropico da cui originariamente vi sfuggƬ per errore, dando inizio a quello che oggi conosciamo come ātutto”. Nelle generazioni abbiamo affinato la nostra conoscenza della matematica e quindi dellāessenza della vita stessa; cominciando dai prima calcoli in Mesopotamia arrivando alle piĆ¹ recenti teorie quantistiche. Questa nobile scienza costituisce lāarma dellāuomo contro quei dogmi secolari, che hanno caratterizzato lāumanitĆ nelle sue fasi di ignoranza: la statistica per esempio ha eliminato, quasi totalmente, quel nostro antico timore del futuro che, prima dellāinvenzione e perfezionamento della statistica, coincideva con la definizione dellāignoto; un passo di allontanamento da profezie e amuleti ed un passo verso la idilliaca āpsicostoria” Asimoviana.
La matematica ci ha permesso di ingabbiare la natura, di renderla comprensibile attraverso le proporzioni, simmetrie, prospettive e geometrizzazioni per garantirci una rappresentazione sempre piĆ¹ veritiera arrivando, attraverso le nuove tecnologie, a ricreare questa natura un tempo nostra indiscussa padrona. Negli anni, purtroppo, si ĆØ fatto un uso errato di questo nostro potere e siamo arrivati ad un punto in cui la natura soffre sotto il peso dei nostri eccessi; ma ĆØ qui che la matematica torna di nuovo ad aiutarci.
La matematica ĆØ la lingua dellāuniverso, ne ĆØ la spiegazione e comprensione, di conseguenza ĆØ anche lāanello mancante a quella da noi tanto proclamata āsimbiosiĀ ecosostenibileā. La matematica ĆØ il primo passo per la prima grande evoluzione artificiale della razza umana; un’evoluzione che riconcilierĆ uomo e natura e aprirĆ le porte alla conquista dellāultima frontiera. A differenza di tutte le altre evoluzioni questa, fortunatamente dipende solo da noi.