IL DIARIO DI SOLIMO: 20 NOVEMBRE 1927, L’OPERA DI TOSCA IL CAMPIONE

di Fabio Maiorano
Esile, filiforme, apparentemente gracile. Invece era un leone, nel fisico e nel cuore; un vero campione, nato quasi per caso ma forgiatosi con tenacia, col sacrificio quotidiano, con la consapevolezza della sofferenza e con la voglia granitica di affermarsi nella marcia, disciplina sportiva durissima e selettiva. Ma Francesco Tosca era marciatore vero, purosangue dal passo sicuro e inarrestabile, atleta in grado di misurarsi alla pari con i miti nazionali. Era uno studente ginnasiale quando partecipĆ² ad una gara scolastica; fu sconfitto ma quellā€™amara esperienza fece scattare in lui il desiderio della rivincita: prese ad allenarsi da solo, ogni giorno, e nel 1923 trionfĆ² allā€™Aquila su una pattuglia
di una trentina di atleti. Tesserato per la ā€œSulmoneseā€, inanellĆ² una serie di vittorie e di valide prestazioni che l lo proiettarono verso la famosa ā€œCentochilometriā€ di Milano, il sogno e la prova di fuoco di tutti i marciatori. Nel novembre del 1924 partƬ per la cittĆ  meneghina allā€™insaputa di tutti e della stessa societĆ  sportiva; con pochi
soldi in tasca, un panino e quattro scamorze sottratte dalla dispensa familiare, si cimentĆ² in quella prova massacrante, marciando per ore nella nebbia: finƬ dodicesimo, un risultato di tutto rilievo. Nellā€™edizione dellā€™anno successivo si migliorĆ², piazzandosi allā€™ottavo posto, mentre nel 1926 giunse quinto. Poi, nel ā€™27, il capolavoro: assistito da Nicola Serafini, orchestrĆ² una gara esemplare, nonostante i problemi di stomaco che lo costrinsero a piĆ¹ di una sosta forzata. Passo dopo passo, chilometro dopo chilometrĆ², in poco piĆ¹ diundici ore regolĆ² gli avversari e chiuse al quarto posto, primo della categoria juniores.