DURA LETTERA AI NEGAZIONISTI DI UN INFERMIERE DI PRATOLA PELIGNA

“Non ce la faccio più a sentire che facciate i professori sui posti in terapia intensiva che ci sono o non ci sono.
Non ce la faccio più a pensare che delle persone che vivono su questo pianeta, pensino che il Covid-19 sia una bufala”. È Davide Gualtieri, infermiere in prima linea  nel pronto soccorso di Sulmona, uno dei reparti d’Abruzzo più sotto stress in questa seconda ondata della pandemia che decide di parlare puntando il dito su quelle persone che dal divano di casa continuano a dire cavolate, a negare l’evidenza mentre le persone continuano a morire. “Leggo post di gente che scrive ‘il virus non esiste’, ‘le mascherine non servono a niente’ oppure ‘è tutto un complotto’. Basta! Veramente, basta!ì” scrive  l’infermiere- “non ce la faccio più a sentire frasi del genere. Non ce la faccio più a leggere che ‘asintomatico’ vuol dire ‘sano’. Non ce la faccio più a credere che qualcuno dica ‘il virus viene dalla Cina perché anche dalla stessa Cina vengono mascherine, guanti, ventilatori e apparecchiature medicali’. Non ce la faccio più a leggere gente che scrive che qualsiasi tipo di morte (anche non dovuta al Covid-19) sia segnata come dovuta al virus. Non ce la faccio più a sopportare qualcuno che dica che i tamponi non sono affidabili neanche al 10%. Non ce la faccio più a sentire che nessun personaggio dello spettacolo sia morto per Covid-19. Non ce la faccio più a sentire che facciate i professori sui posti in terapia intensiva che ci sono o non ci sono. Non ce la faccio più a pensare che delle persone che vivono su questo pianeta, pensino che il Covid-19 sia una bufala”. Il giovane operatore in trincea racconta quindi la vita dietro le quinte. “Chi non crede a tutto ciò, perché non viene a fare un turno con noi?”- si domanda- “d’altronde sono soltanto 8/9 ore con una tuta che non lascia neanche che traspiri la pelle, una mascherina (se non due) che ti fa sentire come se fossi sotto terra, due calzari per coprire scarpe e metà polpaccio, una cuffia per proteggere capelli, due paia di guanti lunghi circa 40 centimetri e una visiera che se respiri (soltanto se ci riesci) si appanna. Auguro a tutte queste persone di non ammalarsi mai. Facile essere negazionista dal proprio divano di casa, no?”- conclude l’infermiere, che questa mattina, come ogni mattina sarà ancora al suo posto, in tuta, mascherina, cuffia, guanti e visiera a prestare assistenza ai malati. 

2 thoughts on “DURA LETTERA AI NEGAZIONISTI DI UN INFERMIERE DI PRATOLA PELIGNA

  • Uno studio scientifico americano, ha dimostrato che come nella demenza, il cervello di un negazionista prova a dare un senso ad informazioni sbagliate. Ciò spiega, ad esempio, come oltre la metà degli elettori di Trump concordano con lui nel sostenere la tesi che i “democratici” hanno falsato i voti elettorali. Ma anche certi atteggiamenti di politici, prevalentemente fascisti, leghisti o neonazi, con qualche pseudo nobel della “cultura” assai benvoluto da molti sulmonesi, insistono nel fomentare azioni contro l’uso delle mascherine, le tesi che si tratta di una bufala oppure che il Covid-19 non esista e sia un’invenzione di chissà quale associazione internazionale! Ho timore che questa lettera dell’amico Gualtieri, non sarà capita bene dai destinatari!

    • Ci sono studi americani riguardo ai soggetti che di fronte a un grido di aiuto proprio non ce la fanno e devono per forza farcire la risposta di bieca politica? Ma il quanto gliene frega della politica, americana peraltro, all’infermiere di cui sopra e ai suoi colleghi, ha provato a chiederselo o tronfio del suo “sapere” ha solo approfittato della, motivata e giusta, disperazione di quello che lei appella anche come “amico Gualtieri”? A Sulmona diremmo….vatt’a r’punn!

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