di Gianvincenzo D’Andrea A seguito di delibera della Direzione della ASL 1 gli 8 posti letto della Rianimazione dell’Ospedale di Sulmona sono stati di chiarati disponibili per i pazienti COVID. Questa decisione dimostra , senza dubbio alcuno, la.gravitĆ dell’emergenza sanitaria prodotta dalla pandemia in corso nel territorio della Provincia de L’Aquila e smentisce di fatto tutti i comunicati precedenti nei quali si parlava di una “situazione sotto controllo”. La necessitĆ di salvare il maggior numero possibile di pazienti affetti da infezione COVID al massimo livello di gravitĆ determina ora una situazione di evidente criticitĆ nella SanitĆ della Valle Peligna. L’Ospedale di Sulmona, con la Rianimazione divenuta COVID, di fatto si trova nella impossibilitĆ di erogare diverse prestazioni sanitarie di tipo chirurgico,ortopedico,traumatologico,pnemologico. Nella sostanza subisce una declassificazione con conseguente riduzione dell’attivitĆ ( svolta finora) per un periodo non precisato. La conseguenza piĆ¹ importante di ciĆ² ĆØ rappresentata dal fatto che da oggi , e non si sa fino a quando , i cittadini del Centro Abruzzo dovranno soddisfare il loro bisogno di prestazioni sanitarie specialistiche complesse in altre strutture provinciali o regionali (che non risulta siano state identificate e comunicate). Tanto per intendersi: gli interventi di chirurgia addominale maggiore ,come pure quelli di chirurgia ortopedica maggiore ma anche quelli di osteosintesi delle fratture di femore dove verranno effettuati? Ed i pazienti che abbisognano di trattamenti urgenti complessi dove dovranno recarsi? Ed i traumatizzati della strada in condizioni di gravitĆ , soccorsi sul posto dal 118 dove verranno portati? Voglio credere che la decisione di utilizzare la Rianimazione dell”Ospedale di Sulmona sia stata assunta contestualmente ad altre che abbiano previsto la conseguente necessaria riorganizzazione delle attivitĆ svolte dalla struttura ospedaliera peligna con l’emanazione di direttive e disposizioni emanate ai settori coinvolti e/o interessati. Diversamente ci troveremmo, di fronte ad una scelta che pur sostenuta da una necessitĆ inderogabile : non negare il trattamento ai pazienti COVID gravissimi, finirebbe col creare ulteriori caos e disservizi facendo precipitare la SanitĆ peligna in una condizione di totale inefficienza e ingovernabilitĆ . E questa ĆØ una situazione da scongiurare in ogni modo per le conseguenze tragiche che potrebbe avere.
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Ma i posti di rianimazione utilizzabili per COVID sono 6 o 8, su dieci?
E’ importante uscire dall’equivoco.