COVID, RICOVERATA IERI IN RIANIMAZIONE MUORE UNA DONNA DI SULMONA
Era stata ricoverata in gravi condizioni ieri sera nel reparto di rianimazione di Sulmona, dopo aver trascorso cinque giorni nel pre triage in attesa di un posto letto in uno degli ospedali covid della regione. Ma non ce l’ha fatta a superare la crisi ed è morta dopo qualche ora dal suo ricovero nel reparto riconvertito in covid. Si tratta di Maria RANALLI, 80 anni di Sulmona che era rimasta contagiata insieme al marito ricoverato all’Aquila e alla figlia. Un’intera famiglia che si è trovata a fare i conti con il virus in un momento di grande emergenza, con gli ospedali saturi e senza ricevere le necessarie cure. L’ennesima dimostrazione della scarsa attenzione con cui i vertici della ASL si sono mossi per affrontare la seconda fase dell’emergenza. Non è possibile lavorare in affanno con decisioni quasi sempre prese in emergenza quando c’era il tempo necessario, (tutta l’estate), per individuare ospedali e strutture covid nella provincia. E ora si pagano le conseguenze. Come nel caso del reparto di rianimazione di Sulmona trasformato in covid con gravi ripercussioni per tutta l’attività dell’ospedale. La decisione presa in extremis da parte del manager Roberto Testa ha sollevato la ferma reazione dei sindaci soprattutto del sindaco di Sulmona che si è detta furiosa per quello che sta accadendo sulle spalle dei cittadini del comprensorio. In mattinata anche il sindaco di Pratola Peligna, Antonella Di Nino, ha scritto una lettera aperta al Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, che sarà domani in visita a Sulmona. “Domani, quando verrai, è fondamentale riportare ordine, chiarezza, certezze e soprattutto sicurezze. Lo so che non è facile ma bisogna riuscirci. Definisci il ruolo del nostro Ospedale, con la garanzia immediata che le nostre cure dovranno essere per tutti. Richiama la nostra Rianimazione. C’è posto per tutti e per tutti deve essere in sicurezza”- ha scritto la Di Nino.
Si muore per mancanza di posti letto covid e di terapie intensive. Questa e’ la realta’.
Le inchieste della magistratura si concludono fra 10 anni con la piena assoluzione dei responsabili dei fatti e dei misfatti ( morti ) che non sussistono
Il governo politico e tecnico della Sanita’ regionale e’ semplicemente inadeguato. Non si possono recuperare generazioni di cattiva sanita’ ma alcune cose semplici si dovevano e potevano fare durante l’estate.
– ospedali e riconversione degli stessi : le 66 nuove terapie intensive annunciate dove sono ?
– vaccini antinfluenzali : acquistati e finiti 400000 su 1,4 milioni di abruzzesi (un vero disastro)
over 65 e categorie a rischio non ancora vaccinati, con sovrapposizione dei sintomi dell’influenza stagionale e di Covid19
– tamponi: da sempre troppo pochi, tracciamento dei potenziali contagi lungo alla spera in Dio con una trasmissione del virus fuori contr
– in arrivo altre emergenze ( basta rivedere Bergamo e Brescia a Marzo e Aprile) , esempio l’indisponibilita’ delle bombole di O2 per i malati cronici : non uno scherzo ma questione di vita o di morte
La lista potrebbe continuare.
La resposabilita’ e’ sempre di qualcun’altro ma la verita’ e che ognuno di noi ( stampa, politica, individui ) si deve sentire responsabile di chi muore per mancanza di un letto di ospedale: il palleggio fra governo, regioni, ASL , tecnici , ecc. ecc. e’ uno spettacolo che ci potrebbero risparmiare!
Auspico sinceramente l’apertura di una inchiesta da parte della Magistratura, per il reato di “pandemia colposa e dolosa” per accertare e colpire chi, politici o manager vari, hanno favorito incoscientemente simili situazioni, prevedibili da mesi e nonostante finanziamenti disposti dal Governo nazionale per sopperire a carenze sanitarie territoriali presenti nel Paese.