CARENZE SEMPRE PIU’ GRAVI NELLA SANITA’ DELLA PROVINCIA DELL’AQUILA, LA CGIL PRESENTA ESPOSTO IN PROCURA

Sulle carenze degli ospedali in provincia dell’Aquila, sempre più evidenti  e sempre più gravi nella gestione del rischio Covid, la Cgil provinciale presenta un esposto alla Procura della Repubblica dell’Aquila e al Prefetto Cinzia Torraco. Una situazione assai pesante che come avverte il sindacato “si sta ripercuotendo negativamente sui livelli di assistenza sanitaria; infatti, dalle misure organizzative predisposte dalla ASL 1 Avezzano Sulmona L’Aquila per fronteggiare il rischio Covid, sta derivando una contrazione nella facoltà di accesso dei cittadini alle cure e all’assistenza sanitaria”. Il diritto alla salute di ogni cittadino, sancito dalla Costituzione, non può essere penalizzato, trascurando le diverse patologie, oltre naturalmente al coronavirus. “E’ quindi necessario che ogni struttura si organizzi in modo che, dall’elaborazione e applicazione di specifici protocolli per il contrasto ed il contenimento del Covid, non derivi una diminuzione dell’assistenza sanitaria ordinaria poiché, in tal caso, ne discenderebbe una lesione di diritto alla salute dei cittadini – chiarisce la Cgil -In species, la riduzione dell’assistenza sanitaria potrebbe costituire il presupposto per la contestazione di fattispecie di reato quale l’interruzione di pubblico servizio e il rifiuto od omissione di atti d’ufficio. La fattispecie di interruzione di pubblico servizio, tutela non solo l’effettivo funzionamento di un ufficio, ovvero di un servizio pubblico e di pubblica necessità, ma anche il suo ordinato e regolare svolgimento, ed il reato si configura se l’interruzione o il turbamento della regolarità dell’ufficio o del servizio, siano temporaneamente limitati e coinvolgano solo un settore e non la totalità delle attività. Pertanto, tale fattispecie, potrebbe essere integrata laddove l’attuazione dei protocolli di gestione del rischio Covid 19 comporti una riduzione del servizio sanitario, senza bisogno che tale riduzione si sostanzi in gravi carenze come potrebbero essere, ad esempio, quelle conseguenti alla chiusura di un intero reparto, ma è sufficiente che ne derivi un’alterazione sul piano della regolarità dell’ufficio, come nel caso di una riduzione per fasce orarie o per codici di urgenza”. L’emergenza in queste settimane è segnata infatti da carenze di personale, ritardo nella somministrazione dei tamponi, insufficienza nella stessa disponibilità di tamponi e reagenti, provocando enormi ritardi nelle diagnosi sul coronavirus, carenza di posti letto, che ha addirittura provocato decessi in ambulanza come è accaduto nel caso dell’ospedale dell’Annunziata di Sulmona,per il quale caso adesso si attende l’accertamento delle responsabilità.  “L’inerzia e la disorganizzazione gestionale così descritta, sta comportando un esponenziale aumento dei contagi nel nostro territorio, collocando la Provincia dell’Aquila tra le più colpite della Regione Abruzzo, a cui si aggiunge l’inoperosità della politica e l’incapacità della stessa ad effettuare una seria programmazione nonostante gli 8 mesi trascorsi dall’inizio della pandemia e nonostante un periodo di tregua nei mesi estivi, durante il quale si sarebbe dovuto, doverosamente, programmare un idoneo adeguamento, sia sul fronte del personale rispetto alle effettive esigenze, sia sul fronte strutturale e strumentale, rispetto ad una ripresa della curva dei contagi, annunciata, ampiamente prevedibile e denunciata da tutta la comunità scientifica internazionale” conclude la Cgil, esprimendo preoccupazione anche per la tenuta psicofisica dei lavoratori e lavoratrici del comparto sanità, perchè di questo passo conseguenze gravi pagheranno anche loro, in prima linea nella “guerra” combattuta contro il coronavirus e per la salvaguardia della salute di tutti.