IL DIARIO DI SOLIMO: 6 NOVEMBRE 1406, IL PAPA SULMONESE
di Fabio Maiorano
Figlio del giureconsulto Gentile e di Maria (alias Mascia) Oderisi de’ conti di Marsi e di Valva, Cosmato nacque a Sulmona nella prima metà del Trecento e conseguì la laurea in diritto Civile
e Canonico a Bologna. Fu rettore della chiesa dell’Annunziata e, chiamato a Roma da papa Urbano VI, divenne Chierico del sacro Collegio, Cappellano papale e Collettore delle rendite Camerali
nel Regno d’Inghilterra; nel 1386 fu nominato vescovo di Bologna, con la commenda della Chiesa arcivescovile di Ravenna. Ottenne anche l’ufficio di Tesoriere della Chiesa Romana e l’incarico di vice Camerlengo. Alla morte di Urbano VI, Cosmato fu nominato Prefetto del Conclave mentre nel concistoro del 18 dicembre 1389 il nuovo pontefice Bonifacio IX gli conferì la dignità di Cardinale, sotto il titolo di S. Croce in Gerusalemme, e le mansioni di Camerlengo di sacra Romana Chiesa. Con la sua vita pia e retta conquistò un’ascendente sul papa che gli affidò gli affari più rilevanti del pontificato «e quando Bonifacio IX si ammalò lo dichiarò Presidente del Concistoro, con autorità illimitata per il Governo della Chiesa». Spentosi Bonifacio IX, il 1° ottobre 1404, il successivo 17 ottobre Cosmato Meliorati salì sul soglio di Pietro, con il nome di Innocenzo VII, e il 2 novembre fu consacrato nella basilica di S. Pietro, mentre in Avignone regnava l’antipapa Benedetto XIII. Valente giurista, «fiero nemico della simonia, et indefesso difensore della libertà, e giurisditione ecclesiastica», ebbe anche «il merito di aver provveduto all’Università di Roma istituendo vi nuove cattedre per l’insegnamento del greco, medicina, retorica e filosofia. Con bolla del 1° settembre 1404, instaurò di nuovo in Roma lo studio delle Scienze e delle Arti Liberali». Durante il suo pontificato ordinò 11 cardinali nell’unico concistoro che tenne il 12 luglio 1405. Morì il 6 novembre 1406, dopo due anni e 21 giorni di pontificato, e fu sepolto in S.
Pietro, nella cappella detta “dei papi”, nel mezzo del braccio destro della crociera della vecchia basilica. In seguito, la salma fu collocata nella cappella di S. Tommaso, ai piedi della fonte battesimale, e dopo il 1606 traslata in uno degli arcosoli delle grotte; ma il riposo di Innocenzo VII non ebbe pace poiché nel 1994, per sistemare il sarcofago di Paolo II, la sepoltura fu trasferita all’estremità delle grotte Vaticane, prima del corridoio di uscita. La tomba è chiusa da una pietra sepolcrale, realizzata presumibilmente al tempo del pontefice Niccolò V (1447-1455), che lo mostra a figura intera scolpita a bassorilievo, con quest’iscrizione posta al di sotto dei piedi: Innocentio VII pontifici Maximo quum/ neglecti eius sepulcri Memoria pene interisset/
Nicol.V.pont.Max.instaurari hoc curavit. “A papa Innocenzo VII affinché la memoria del suo trascurato sepolcro non scomparisse completamente, papa Niccolò V prese l’iniziativa di restaurarlo”.