IL DIARIO DI SOLIMO: 3 NOVEMBRE 1706, SCOSSA LETALE
di Fabio Maiorano
Quel mercoledì, verso le 13, Sulmona fu squassata da una fortissima scossa di terremoto, 9°-10° grado della scala Mercalli (magnitudo 6.6), che si protrasse «per lo spatio di un Pater Noster»: una ventina di drammatici secondi che rasero al suolo gran parte dell’abitato e provocarono la morte di un migliaio di persone; innumerevoli i feriti e i sen-
zatetto. L’epicentro fu sul versante occidentale della Maiella, presso Campo di Giove. Una seconda scossa si ebbe 14 ore dopo, alle 3 del 4 novembre, e distrusse quanto aveva già subito danni: si perse più dei tre quarti del patrimonio edilizio e scomparvero anche quegli edifici di pregio che avevano fatto meritare alla città di Sulmona l’appellativo di Siena degli Abruzzi. Crollarono la cattedrale di S. Panfilo, di cui rimase solo la facciata e la cripta, il confinante palazzo Vescovile, le chiese della SS. Annunziata, S. Francesco della Scarpa, S.Filippo Neri, S. Agostino, S. Chiara, S. Caterina, SS. Trinità, S. Maria del Carmine, Badia Morronese, il campanile della Tomba e l’annessa cappella della confraternita di S. Maria di Loreto. Inoltre caddero alcuni palazzi, principalmente quelli affacciati su corso Ovidio e nell’attuale piazza Garibaldi; le mura furono sbrecciate mentre le porte rimasero in piedi, pur denunciando notevoli danni. Rimasero in piedi soltanto pochi edifici, seppure gravemente danneggiati: il campanile e il palazzo dell’Annunziata, la facciata e il campanile di S. Francesco della Scarpa, il campanile della Badia Morronese, il portale di S. Agostino (trasferito nel 1883 in S. Filippo), l’acquedotto svevo, la fontana del Vecchio, porta Napoli, le chiese di S. Maria della Tomba, Incoronata, S. Giovanni e S. Gaetano. Sulmona era già stata duramente segnata dal terremoto del I sec. dopo Cristo, quello che probabilmente distrusse anche il tempio di Ercole Curino, sul Morrone; un altro catastrofico sisma rase al suolo l’intera città il 3 ottobre 1349 mentre fortissime scosse e danni ingenti si ebbero anche il 4 dicembre 1456, il 6 febbraio 1777, il 25 agosto 1905, il 13 gennaio 1915, il 23 settembre 1932 e il 6 aprile 2009, la tragedia che ha messo in ginocchio l’Aquila, con le sue 308 vittime, gli oltre 1.500 feriti e 10 milioni di euro di danni stimati.