MUORE A 46 ANNI MENTRE ASPETTA L’ESITO DEL SECONDO TAMPONE

Era in attesa del secondo tampone dopo che il primo era stato negativo. Ma i sintomi del virus c’erano tutti: dolore al petto, febbre, difficoltà respiratoria. È morto nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Sulmona dove era stato ricoverato dopo aver trascorso oltre un’ora all’interno dell’ambulanza dove era stato parcheggiato in attesa di conoscere la sua sorte. Aveva soli 46 anni F.C. l’uomo di origine straniera, ma residente a Sulmona da tanti anni. Secondo i medici l’infezione scoperta non era Coronavirus per cui si è deciso per il ricovero nel reparto di rianimazione ma i sanitari hanno deciso di effettuare comunque un secondo tampone, per scrupolo. Risultato che l’uomo non ha fatto in tempo a conoscere. Dopo l’attesa in ambulanza insieme ad altri nove pazienti in attesa di sistemazione o nei reparti o negli ospedali Covid, il 46enne avrebbe accusato un primo arresto cardiaco superato grazie al tempestivo intervento dei medici e degli operatori in servizio in quel momento. Poi ancora un secondo arresto. Una situazione che si è fatta sempre più drammatica fino al ricovero nel reparto di terapia intensiva e il cuore che si è fermato per sempre prima di conoscere l’esito del secondo tampone. Una morte che non sembrerebbe legata al Covid visto che i tamponi sono risultati negativi, ma di sicuro c’è qualche responsabilità da parte di chi, ai vertici della Asl, hanno creato questo inopinato sistema di gestione dei pazienti in arrivo in ospedale senza prevedere un’area attrezzata per la gestione degli stessi. E in questa fase di emergenza sanitaria è assolutamente inconcepibile non intervenire facendo finta di niente. Mandando allo sbaraglio chi opera sul fronte che oltre a rischiare in prima persona devono subire passivamente scelte che mettono a repentaglio la salute e la vita dei pazienti