IL DIARIO DI SOLIMO: 30 OTTOBRE 1597, RAMPOLLI IN MALTA

di Fabio Maiorano
Nata nel 1050 con la costruzione in terrasanta di un ospedale per i pellegrini, la comunità dei Cavalieri di S. Giovanni fu riconosciuta come ordine cavalleresco nel 1113, col titolo di Ordine S. Giovanni di Gerusalemme, in ragione della bolla Piae postulatio voluntatis di papa Pasquale. Ordine religioso militare, ebbe il compito di difendere con le armi i pellegrini che si recavano in Terrasanta e nel tempo acquisì territori e organizzò un vero e proprio esercito con il quale cercò di contrastare la potenza dei popoli islamici e le loro mire espansionistiche in Occidente. Nei secoli passati, potevano aspirare ad essere ricevuti nell’Ordine Gerosolimitano esclusivamente i giovani aristocratici che, insieme con una fede ferrea e condotta di vita “incontaminata”, dovevano dimostrare sia di possedere i famosi “quattro quarti di nobiltà” – genitori e nonni di antica e accertata nobiltà di nascita – sia di essere nati in città non infeudate, cioè città regie e demaniali. Il processo di ammissione dei candidati era lungo, complesso e selettivo, ma al fascino di questa mitica istituzione non sfuggirono neppure alcuni rampolli dell’aristocrazia sulmonese, votati all’obbedienza e ad una vita di rinuncia e di costante pericolo. Il primo cavaliere/monaco fu frate Claudio Sardi, ricevuto nell’ordine Gerosolimitano il 25 febbraio 1576, seguito il 30 ottobre 1597 dal nipote Fabrizio Sanità e da Giulio Tinti (o Del Tinto) che fu ammesso il 17 aprile 1604. Si narra che prima di loro divenne cavaliere di Malta un altro sulmonese, Alfonso Sanità, che sarebbe morto a Rodi nel 1448, ma i documenti non ne danno conferma.